Forame ovale pervio, eventi ischemici cerebrali ed ecografia cardiovascolare: metodologia diagnostica ed appropriatezza delle indicazioni
Il forame ovale pervio (FOP) è una frequente variante anatomica, residuo dello sviluppo embriologico, a cui viene attribuita una rilevanza clinica nell’ambito degli eventi ischemici cerebrali, della sindrome da decompressione e dell’emicrania. Come meccanismo patogenetico dell’ictus in presenza di FOP sono stati proposti l’embolia paradossa, la trombosi in situ e le aritmie atriali associate. Gli shunt intracardiaci possono essere diagnosticati sia con l’esame ecocardiografico sia con il Doppler transcranico utilizzando un mezzo di contrasto e la manovra di Valsalva. In questa revisione vengono esaminati analiticamente il valore relativo dei differenti test diagnostici, il timing appropriato della manovra di Valsalva, la soglia temporale per la comparsa delle microbolle.
Una revisione del valore diagnostico dell’ecocardiografia o di altri test non può essere disgiunta da una riflessione sulle conseguenze decisionali che derivano dal risultato dei test stessi. L’uso appropriato di una metodica dipende sia dell’accuratezza sia dall’efficacia della terapia utilizzata per trattare la patologia diagnosticata. Le informazioni diagnostiche che non modificano l’outcome hanno scarso valore. Riguardo alla prevenzione delle recidive di ictus criptogenetico in presenza di anomalie del setto interatriale non esistono evidenze sufficienti a dimostrare una superiorità della terapia anticoagulante orale con dicumarolici o dell’antiaggregazione. Allo stesso modo non esistono sufficienti evidenze riguardo all’efficacia terapeutica della chiusura chirurgica o percutanea del FOP.