Un problema allarmante nella terapia delle endocarditi infettive: lo sviluppo di antibiotico-resistenza
Gli enterococchi e lo Staphylococcus aureus, cause frequenti di endocardite infettiva, possono indurre, con meccanismi diversi, antibiotico-resistenza. In questo contesto è particolarmente allarmante la vancomicinoresistenza.
Gli enterococchi possono sviluppare resistenza in pratica a tutti gli antibiotici. I ceppi vancomicino-resistenti sono aumentati, nel corso degli anni ’90, dal 2 a più del 25%. Sono descritti cinque tipi di vancomicinoresistenza (da van A a van E), legati alla presenza di alcuni geni che regolano la produzione di abnormi precursi del peptidoglicano inibenti l’azione della vancomicina.
Lo Staphylococcus aureus è un temibile germe le cui infezioni possono avere una mortalità dell’80%. Nel 1943, appena la penicillina G fu disponibile, comparvero ceppi di stafilococchi resistenti, produttori di beta-lattamasi. Dopo l’introduzione in terapia delle penicilline beta-lattamasi-resistenti, nel 1960 comparvero ceppi di stafilococco meticillino-resistenti. Nel 1996 è stato descritto il primo ceppo di Staphylococcus aureus meticillino e vancomicino-resistente. Nel 2001 è stata segnalata in Giappone la prima endocardite da Staphylococcus aureus meticillino-resistente e non rispondente alla vancomicina. La resistenza dipende da un’aumentata sintesi del “cell wall”, che ispessendosi riduce l’azione della vancomicina.