Complessità dei disturbi psicologici osservabili dopo rivascolarizzazione miocardica chirurgica in soggetti di sesso maschile
Razionale. Disturbi psicologici quali ansia, depressione, stress post-traumatico sono frequentemente associati alla malattia coronarica e, in alcuni studi, rivestono un ruolo prognostico dopo un evento cardiaco. Nonostante i disturbi psicologici, che insorgono dopo bypass aortocoronarico (BPAC), possano compromettere il risultato dell’intervento stesso e della terapia riabilitativa, la loro natura, complessità e i determinanti clinico-strumentali non sono stati ancora del tutto chiariti. Scopo di questo studio è di definire, in maschi affetti da cardiopatia ischemica, la prevalenza e la complessità dei disturbi psicologici osservabili precocemente dopo BPAC, e di individuare le caratteristiche di questi soggetti e della loro malattia in grado di predirne l’occorrenza.
Materiali e metodi. Centodiciotto maschi senza precedenti psicopatologici, consecutivamente ricoverati dopo BPAC presso la nostra U.O. di Cardiologia Riabilitativa tra settembre 2002 e settembre 2003, sono stati sottoposti a 11 ± 2 giorni, dopo BPAC, ad un’approfondita valutazione psicometrica attraverso i test del Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2, Cognitive Behavioral Assessment.2 e Hamilton. La valutazione cardiologica comprendeva la definizione di fattori di rischio coronarico, classe funzionale NYHA, storia di cardiopatia ischemica, terapia medica, numero di BPAC, ed eco color Doppler.
Risultati. Età 63.7 ± 8.1 anni; frazione di eiezione 54.6 ± 10.3%; 92.4% dei pazienti in classe NYHA I, 7.6% in classe NYHA II e III; numero di BPAC: uno nell’11%, due nel 23.7%, tre nel 39.8%, quattro nel 21.8% e cinque nel 4.2% dei pazienti; durata della malattia coronarica 64 ± 85 mesi, della degenza 31.3 ± 8 giorni. Indicatore oltre il cut-off clinico per depressione nel 16-39.8% dei pazienti, ansia di stato nel 27.1%, traumatizzazione nel 16.1%, personalità di tipo A 16.1%. I soggetti oltre il cut-off clinico per depressione, ansia, traumatizzazione non differivano dai soggetti sotto il cut-off per caratteristiche clinico-strumentali. Età, frazione di eiezione, numero di fattori di rischio, durata della cardiopatia ischemica, numero di BPAC, durata dell’ospedalizzazione non mostravano un ruolo predittivo nei confronti di depressione, ansia e traumatizzazione. Le alterazioni delle principali scale psicometriche erano frequentemente associate negli stessi soggetti.
Conclusioni. I disturbi psicologici nei maschi cardiopatici sottoposti a recente rivascolarizzazione coronarica per via chirurgica sono estremamente frequenti, spesso associati, e indipendenti dalle caratteristiche dei soggetti e dalla loro cardiopatia.