Registro nazionale italiano degli eventi coronarici maggiori: tassi di attacco e letalità nelle diverse aree del paese
Razionale. Il registro nazionale è un sistema di sorveglianza degli eventi coronarici maggiori, fatali e non fatali, nella popolazione generale di 35-74 anni, attivato in Italia alla fine degli anni ’90 con l’obiettivo di stimare l’occorrenza e la letalità di eventi coronarici in differenti aree geografiche del paese.
Materiali e metodi. Per identificare gli eventi correnti sono state utilizzate due fonti di informazione, i certificati di morte e le diagnosi di dimissione ospedaliera. Dopo aver identificato gli eventi in base ai codici indicativi di malattia ischemica del cuore e alla durata dell’evento, il numero degli eventi correnti di ogni singola area è stato moltiplicato per il valore predittivo positivo dello specifico codice di dimissione o di morte derivato dalla validazione di eventi sospetti applicando i criteri diagnostici del Progetto MONICA. Il tasso di attacco è stato calcolato come tasso medio di un biennio, dividendo il numero medio di eventi stimati nel biennio per la popolazione media residente; la letalità è stata calcolata a 28 giorni come rapporto tra gli eventi fatali e quelli totali.
Risultati. I tassi d’attacco sono più elevati negli uomini rispetto alle donne: il tasso di attacco medio per tutte le aree, standardizzato per età (popolazione italiana 1998), è risultato 33.9 per 10 000 negli uomini e 9.1 per 10 000 nelle donne; la letalità a 28 giorni, standardizzata per età, è più elevata nelle donne (35.5%) rispetto agli uomini (27.3%). Differenze geografiche significative rispetto al tasso di attacco medio per tutte le aree sono state registrate sia negli uomini che nelle donne. Le letalità risultano significativamente eterogenee negli uomini ma non nelle donne se confrontati tra le diverse aree del registro.
Conclusioni. I risultati dimostrano che esistono ancora oggi alcune differenze nella distribuzione geografica del tasso di attacco e della letalità degli eventi coronarici che non sembrano dipendere dal gradiente Nord-Sud. Con questi dati si dimostra la fattibilità di un registro di popolazione per gli eventi coronarici, utile per la sorveglianza delle malattie cardiovascolari.