Fibrillazione atriale e cardioversione: ruolo dell'ecocardiografia transesofagea
La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia di più frequente riscontro nella pratica clinica. L’ecocardiografia transtoracica può fornire importanti informazioni per la valutazione e la gestione clinica nei pazienti con FA. L’ecocardiografia transesofagea (ETE) permette un’ottimale visualizzazione delle cavità atriali ed è la metodica di scelta per la diagnosi di trombosi atriale. I pazienti affetti da FA che devono eseguire una cardioversione vengono sottoposti a terapia anticoagulante per 3 settimane prima e 4 settimane dopo la cardioversione. La strategia ETE-guidata è stata proposta in alternativa per ridurre gli eventi embolici postcardioversione e le complicanze emorragiche. I pazienti che hanno raggiunto livelli terapeutici di scoagulazione e che non hanno evidenza di trombi atriali all’ETE possono essere sottoposti a cardioversione, al contrario in presenza di trombosi atriale la procedura viene differita. Le due strategie comportano una riduzione simile del rischio embolico quando le linee guida sono seguite in modo corretto. L’approccio ETE permette una riduzione della durata della terapia anticoagulante e può ridurre l’incidenza di complicazioni emorragiche.