Sindromi coronariche acute in Italia: osservazioni dallo studio BLITZ-2
L’incidenza delle sindromi coronariche acute senza persistente sopraslivellamento del tratto ST è in continuo aumento. Lo scopo dello studio BLITZ-2, effettuato nel marzo 2003, è stato chiarire l’epidemiologia e la gestione dei pazienti con sindrome coronarica acuta.
Lo studio ha arruolato 1888 pazienti con un’età media di 68 anni. Nelle strutture coinvolte era disponibile una sala di Emodinamica nel 67.7% dei Centri del Nord e rispettivamente in 37 e 39.8% degli ospedali del Centro e del Sud Italia. Solo il 44% dei pazienti del Centro e 55% dei pazienti del Sud sono stati sottoposti a coronarografia rispetto al 68% del Nord.
La scelta di una strategia di gestione invasiva o conservativa è stata influenzata maggiormente dalla disponibilità di una sala di Emodinamica che dal TIMI risk score. Una strategia di tipo conservativo è stata applicata nel 45% dei pazienti (26% negli ospedali con sala di Emodinamica) mentre un approccio invasivo è stato preferito nel 55% dei pazienti (74% negli ospedali con sala di Emodinamica). Non è stata rilevata alcuna correlazione tra la scelta di approccio invasivo e il TIMI risk score. La giovane età si è rilevata il maggior determinate nell’esecuzione di coronarografia: 71% in pazienti < 55 anni, 63% in pazienti 55-74 anni e 44% in pazienti 75 anni.
La mortalità intraospedaliera è stata dell’1.2% (1% nel Nord, 1.4% nel Centro, 1.4% nel Sud) ed è risultata maggiore nei pazienti a più alto rischio (1.5% con TIMI risk score > 5) e nei soggetti anziani (3% con età 75 anni). Ad 1 mese la mortalità e il reinfarto sono risultati rispettivamente del 2.4 e 3.6%. La durata della degenza è risultata di 8.8 giorni (di cui 3.9 giorni in unità di terapia intensiva coronarica).
L’attuale gestione in Italia dei pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento del tratto ST è fortemente condizionata dalla disponibilità delle risorse; i soggetti anziani e quelli a maggior rischio risultano sottotrattati.