Un programma di miglioramento della qualità in cardiochirurgia. Quattro anni di esperienza agli Ospedali Riuniti di Trieste
Razionale. Descrizione di un processo di verifica e miglioramento della qualità in cardiochirurgia.
Materiali e metodi. 1836 pazienti consecutivamente trattati nel periodo 1 settembre 1998-31 dicembre 2002, caratterizzati preoperatoriamente da una serie di variabili atte a stimarne il profilo di rischio atteso attraverso nove diversi modelli di stratificazione. Tutti i modelli consentono la stima del rischio di mortalità precoce/ ospedaliera, mentre uno di essi permette anche la stima del rischio di degenza prolungata in terapia intensiva e di degenza prolungata postoperatoria complessiva. Il sistema di comunicazione interna è stato profondamente ristrutturato durante il periodo esaminato, e diverse procedure sono state modificate o introdotte sulla guida dei problemi identificati.
Risultati. Dei 1836 pazienti operati, 121 sono deceduti durante la degenza ospedaliera o entro 1 mese dall’intervento. Il tasso di mortalità del campione studiato (6.6%) non è stato significativamente diverso da quelli previsti da EuroSCORE (rischio relativo-RR 0.9, intervallo di confidenza-IC 95% 0.7-1.2) e dal modello globale “Provincial Adult Cardiac Care Network” (RR 1.2, IC 95% 0.9-1.6). Limitatamente alla chirurgia coronarica esso è stato più elevato di quello previsto dalla maggior parte di sette modelli di stratificazione “dedicati”, due dei quali stimano un tasso di mortalità significativamente inferiore a quello osservato. La durata della degenza supera il valore soglia per la terapia intensiva (5 giorni) nel 14.3% dei casi nel nostro campione contro l’atteso 10.1% (RR 1.4, IC 95% 1.2-1.7) e per la degenza ospedaliera totale (16 giorni) nel 13.6% dei casi contro l’atteso 10.6% (RR 1.3, IC 95% 1.1-1.5). Durante lo studio il tasso grezzo di mortalità annuale complessiva è diminuito gradualmente dal 9.5% nel 1999 al 4.1% nel 2002, con valori sostanzialmente simili a quelli attesi nei 3 anni più recenti. Una tendenza analoga si è registrata per la chirurgia coronarica, il cui tasso di mortalità ospedaliera è diminuito gradualmente dal 6.5% nel 1999 al 2.1% nel 2002. I tassi di degenza prolungata sono diminuiti parallelamente.
Conclusioni. Un intervento formale di autoverifica si è dimostrato capace di favorire un miglioramento degli esiti della chirurgia cardiaca attraverso il coinvolgimento degli operatori, la modificazione mirata di alcune procedure e la verifica periodica degli esiti.