Valore prognostico delle lipoproteine ad alta densità nella corsia cardiologica
Razionale. Studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato un’associazione inversa ed indipendente tra lipoproteine ad alta densità (HDL) e rischio di sviluppare malattia coronarica. Scopo dello studio è stato valutare la prevalenza del fenotipo caratterizzato da bassi valori di HDL e stimare l’impatto dei livelli plasmatici di HDL sulla prognosi dei ricoverati presso la corsia cardiologica del nostro Istituto durante 30 mesi di follow- up.
Materiali e metodi. Sono stati coinvolti nello studio 1169 pazienti (778 uomini e 391 donne) ammessi presso il reparto di cardiologia durante il periodo febbraio 1999-febbraio 2002. Per tutti i pazienti è stato valutato il profilo lipidico, ed un sottogruppo (n = 626) è stato sottoposto ad esame angiografico. I pazienti sono stati seguiti per un periodo medio di 30 mesi, durante i quali è stata registrata la frequenza di interventi di rivascolarizzazione (mediante angioplastica o bypass), infarto del miocardio e decessi.
Risultati. Circa la metà della popolazione (45%, di cui 77% uomini) ha presentato valori di HDL < 40 mg/dl, e il 25% dei soggetti (di cui 80% uomini) è risultato caratterizzato da concentrazioni estremamente ridotte di HDL (=35 mg/dl). Nei pazienti con aterosclerosi coronarica sono state misurate concentrazioni medie di HDL significativamente più basse rispetto ai pazienti con angiografia negativa (41.0 ± 10.8 vs 46.6 ± 10.9 mg/dl, p < 0.0005). Tra HDL ed aterosclerosi coronarica è stata riscontrata una relazione inversa: il rischio di sviluppare la malattia diminuiva del 4% ad ogni aumento di HDL di 1 mg/dl (p < 0.005); nei pazienti maschi < 60 anni e femmine < 65 anni aumentava al 3% ad ogni incremento di HDL di 1 mg/dl (p < 0.005). Il rischio di intervento diminuiva del 2% per ogni aumento di HDL di 1 mg/dl (p < 0.01), sia nel totale della popolazione, che nei pazienti maschi < 60 anni e femmine < 65 anni. Infine, i pazienti con HDL < 40 mg/dl sono risultati associati ad un rischio di subire interventi di rivascolarizzazione superiore del 25% (p < 0.01) rispetto ai soggetti con HDL > 40 mg/dl.
Conclusioni. Dallo studio emerge: a) l’elevata prevalenza nella corsia cardiologica di pazienti portatori del fenotipo caratterizzato da basse concentrazioni plasmatiche di HDL; b) la presenza di valori di HDL significativamente più bassi nei soggetti con aterosclerosi coronarica rispetto ai pazienti con coronarie normali; c) la relazione inversa tra HDL e malattia coronarica; d) il valore prognostico delle HDL come predittore di interventi di rivascolarizzazione.