Perché il cardiologo deve occuparsi dell'arteriopatia obliterante degli arti inferiori?
L’arteriopatia obliterante degli arti inferiori è un’importante manifestazione clinica dell’aterosclerosi sistemica. La prevalenza dell’arteriopatia periferica sintomatica e asintomatica nella popolazione generale, corretta per età, è del 12% circa. La prevalenza e l’incidenza complessive della malattia sono destinate ad aumentare con il progressivo invecchiamento della popolazione. L’evoluzione locale della malattia ha un decorso relativamente benigno. A 5 anni dalla diagnosi il 75% dei pazienti è clinicamente stabile. Per contro, l’aspettativa di vita, anche in assenza di una malattia coronarica o cerebrovascolare conclamata, è ridotta di 10 anni. Questi pazienti presentano lo stesso rischio di morte per cause cardiovascolari dei cardiopatici ischemici e dei pazienti affetti da malattia cerebrovascolare. Inoltre la gravità della malattia è strettamente correlata con il rischio di infarto miocardico e di morte cardiovascolare. Quanto minore è il valore dell’indice pressorio caviglia/braccio, tanto maggiore è il rischio per eventi cardiovascolari. Anche nei soggetti con cardiopatia ischemica, la presenza di una concomitante arteriopatia periferica rappresenta un fattore predittivo significativo ed indipendente di mortalità. I fattori di rischio per l’arteriopatia periferica sono gli stessi che per la cardiopatia ischemica: l’età avanzata, il fumo di tabacco, il diabete mellito, l’ipertensione e la dislipidemia. L’eccesso di morbilità e mortalità per cause cardiovascolari di questi pazienti non è ancora stato ampiamente spiegato. Gli arteriopatici periferici presentano una disfunzione endoteliale generalizzata ed un aumento nella concentrazione plasmatica di globuli bianchi attivati, endotelina e di proteina C reattiva in grado di favorire una sindrome coronarica acuta. L’arteriopatia periferica induce una marcata alterazione dello stato funzionale. La performance massimale fisica è ridotta del 50% rispetto ai coetanei non arteriopatici ed è analoga a quella riscontrabile in una condizione di scompenso cardiaco di grado moderato-severo. Studi epidemiologici dimostrano che i pazienti affetti da arteriopatia periferica senza una diagnosi di cardiopatia ischemica, presentano una condizione equivalente di rischio elevato per la comparsa di cardiopatia ischemica. Nonostante ciò l’arteriopatia periferica rimane una malattia sottostimata ed ancor meno trattata. Poiché il ruolo del cardiologo è in espansione, lo scopo di questa rassegna è quello di sensibilizzare il clinico sul significato dell’arteriopatia obliterante degli arti inferiori.