Trombolisi accelerata dagli ultrasuoni e dalle microbolle
Le applicazioni terapeutiche degli ultrasuoni sono attualmente limitate alla rimozione della placca dentale, alla fisioterapia ed alla litotripsia. Svariati studi hanno però dimostrato la capacità di accelerare la trombolisi mediante ultrasuoni, sia in vitro che in preparati animali di trombosi arteriosa. Questo effetto è influenzato prevalentemente dall’energia e dalla frequenza del fascio ultrasonico. Energie elevate sono efficaci, ma possono causare una riocclusione precoce; intensità moderatamente elevate e basse frequenze ultrasoniche sono meglio tollerate. Le esperienze cliniche sono limitate al trattamento di pochi pazienti con infarto miocardico acuto mediante catetere ad ultrasuoni. In pazienti con ictus ischemico il Doppler transcranico è stato monitorato durante la somministrazione endovenosa di attivatore tissutale del plasminogeno ricombinante (rt-PA) e la ricanalizzazione del vaso si è verificata più precocemente di quanto riportato in altri studi con il solo rt-PA (senza monitoraggio Doppler). L’accelerazione della trombolisi mediante ultrasuoni è legata ad un potenziamento dell’azione enzimatica, favorita da fenomeni di cavitazione acustica. Poiché le microbolle gassose contenute negli agenti di ecocontrasto abbassano la soglia di cavitazione acustica, esse accelerano ulteriormente la trombolisi. Questo fenomeno potrebbe essere ulteriormente potenziato utilizzando nuove generazioni di microbolle, capaci di aderire alla superficie dei trombi. La combinazione di ultrasuoni, microbolle e di fibrinolitici potrebbe essere di ausilio in una varietà di malattie cardiovascolari.