Aspetti diagnostici e terapeutici dell'embolia polmonare nel paziente anziano
Razionale. L’embolia polmonare (EP) è una patologia sottostimata e spesso non diagnosticata nel paziente anziano per l’aspecificità e l’atipicità della presentazione clinica. Lo scopo del presente studio è stato quello di analizzare, retrospettivamente, gli aspetti clinici, strumentali e di laboratorio nel paziente anziano con sospetta EP, e di valutare l’applicazione della profilassi antitrombotica primaria, il trattamento antitrombotico della fase acuta e le sue complicazioni emorragiche nei pazienti con EP confermata.
Materiali e metodi. È stato condotto uno studio osservazionale, retrospettivo, che ha preso in considerazione 118 pazienti > 65 anni ospedalizzati in un periodo di 5 anni (49 maschi e 69 femmine, età media 77.76 ± 7.17 anni), sottoposti a scintigrafia polmonare perfusionale per il sospetto clinico di EP. Gli aspetti clinici sintomatologici e semeiologici, strumentali (elettrocardiogramma, radiografia del torace, ecocardiogramma bidimensionale) e di laboratorio (D-dimero ed emogasanalisi) di 75 pazienti in cui l’EP era stata confermata alla scintigrafia polmonare (EP confermata-EPC) sono stati confrontati con quelli di 43 pazienti in cui l’EP era stata esclusa alla scintigrafia polmonare (EP non confermata- EPNC).
Risultati. I sintomi dispnea e dolore toracico sono risultati significativamente più frequenti nel gruppo EPC. La tachicardia è risultata il segno clinico più frequente in entrambi i gruppi, senza differenze significative. Allettamento prolungato, insufficienza venosa, trombosi venosa profonda, obesità e stroke sono risultati i fattori di rischio per tromboembolismo venoso significativamente più frequenti nel gruppo EPC. Tachicardia sinusale, blocco di branca destro incompleto ed alterazioni del tratto ST-T sono risultati gli aspetti elettrocardiografici più frequenti in maniera significativa nei pazienti EPC. La presenza di cardiomegalia alla radiografia del torace è risultata l’unico reperto significativamente più frequente nel gruppo EPC; in questo gruppo all’ecocardiogramma sono stati evidenziati, con frequenza significativamente superiore, reperti compatibili con disfunzione acuta delle sezioni cardiache destre. I valori medi di D-dimero sono risultati significativamente più elevati nel gruppo EPC, ma in entrambi i gruppi i valori medi sono risultati > 500 microg/l. Nel gruppo EPC sono stati riscontrati all’emogasanalisi, ipossiemia ed iposaturazione arteriosa di ossigeno più severe e gradiente alveolo- arterioso di ossigeno più elevato rispetto al gruppo EPNC; non sono emerse differenze significative per quanto riguarda il reperto di alcalosi respiratoria. Nel gruppo EPNC le diagnosi di dimissione più frequenti sono risultate insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica e broncopneumopatia cronica riacutizzata. Il 12% dei pazienti EPC eseguiva corretta profilassi antitrombotica primaria. Nessuno dei pazienti è stato sottoposto a trombolisi. Il 70% dei pazienti EPC ha effettuato eparina sodica e.v. Si sono verificati 9 casi di sanguinamento, 6 minori e 3 maggiori, di cui 1 fatale in 1 paziente in trattamento con eparina calcica sottocute. Nessun caso di sanguinamento si è verificato in pazienti trattati con eparina a basso peso molecolare.
Conclusioni. Il nostro studio, pur con le limitazioni proprie degli studi retrospettivi, mette in evidenza le difficoltà diagnostiche dell’EP nel paziente anziano dovute alla scarsa specificità della presentazione clinica, dei reperti strumentali e dei risultati di laboratorio. Nonostante, infatti, molti sintomi, segni clinici, reperti strumentali e dati di laboratorio siano più frequenti in maniera statisticamente significativa nei pazienti con EP, gli stessi sono in un’elevata percentuale di casi i dati più frequenti nei pazienti in cui l’EP è stata esclusa. Il nostro studio, inoltre, evidenzia la scarsa utilizzazione della profilassi antitrombotica primaria ed il rischio emorragico elevato della terapia eparinica in questa fascia di età.