E' possibile dimettere precocemente il paziente con scompenso cardiaco non complicato? Un'analisi costo-efficacia
Razionale. Lo scompenso cardiaco è una causa comune di ricovero ospedaliero, frequentemente gravata da degenze prolungate. Ciò causa un’ingente spesa sanitaria. Scopo di questo lavoro è stato dimostrare che è possibile dimettere precocemente i pazienti ricoverati per scompenso cardiaco non complicato, pur garantendo un’elevata qualità della prestazione assistenziale, un’efficacia clinica ed un’efficienza gestionale.
Materiali e metodi. Randomizzazione di 100 pazienti ricoverati, nell’Unità Operativa di Cardiologia, per scompenso cardiaco, esenti da patologie concomitanti che ne potessero determinare autonomamente un allungamento della degenza, a due gruppi: 1) studio che prevedeva: a) il compattamento nelle prime 4 giornate di degenza delle misure diagnostiche usualmente impiegate; b) il pieno impiego di tutte le misure (terapeutiche, dietetiche e comportamentali) di provata efficacia; c) l’educazione sanitaria del paziente, con particolare attenzione al perseguimento dell’aderenza alle misure prescritte; d) una visita di controllo a 2 settimane presso l’Ambulatorio per lo Scompenso; 2) controllo: gestione e dimissione dalla stessa Unità Operativa secondo la prassi corrente.
Risultati. Nel gruppo di studio, la durata della degenza basale era minore per i pazienti in studio che per i controlli (3.9 ± 0.8 vs 7.0 ± 1.9 giorni, p < 0.001). Alla dimissione, la percentuale di pazienti in terapia con i farmaci di provata efficacia e/o il dosaggio di questi ultimi era simile nei due gruppi, ma elevata rispetto alla pratica corrente: ACE-inibitori (84 vs 80% e 17 vs 15 mg/die, p = NS), betabloccanti (64 vs 56% e 14 vs 16 mg/die, p = NS), spironolattone (86 vs 70% e 36 vs 32 mg/die, p = NS), digossina (74 vs 70% e 0.18 vs 0.15 mg/die, p = NS), eccetto il losartan (8 vs 6% e 50 mg/die per entrambi, p = NS). Nel trimestre di follow-up, il numero di riammissioni per scompenso cardiaco e le relative giornate di degenza sono risultate simili nel gruppo di studio e nei controlli (6 vs 8% e 18 vs 26 giorni, rispettivamente, p = NS per entrambi). I decessi sono stati tre in entrambi i gruppi. La spesa sanitaria è risultata molto minore nel gruppo di studio rispetto ai controlli (-159 € per paziente per mese).
Conclusioni. Il nostro studio mostra che i pazienti ricoverati per scompenso cardiaco non complicato possono essere dimessi in quarta giornata, in maniera sicura, efficace ed efficiente.