Diagnosi genetica di cardiomiopatia dilatativa familiare
Una cardiomiopatia dilatativa (CMPD) si definisce familiare, quando almeno due membri della stessa famiglia sono dimostrati essere affetti. La prevalenza di CMPD familiare negli studi prospettici, condotti su pazienti consecutivi, si attesta su una percentuale variabile tra il 25 ed il 30%.
L’approccio più idoneo per fornire un dato di prevalenza reale è quello di una valutazione clinico-strumentale dei parenti, informati e consenzienti, in serie consecutive di pazienti con diagnosi accertata, indipendentemente dai dati derivati dalla narrativa. Questa modalità di indagine garantisce anche l’identificazione di pazienti asintomatici. Le modalità di trasmissione sono eterogenee: più frequentemente autosomica dominante, meno frequentemente autosomica recessiva, legata al cromosoma X, e a difetti del DNA mitocondriale (ereditarietà matrilineare). I fenotipi clinici variano per età e modalità di esordio, evoluzione clinica in termini di rapidità, segni clinici non cardiaci associati (turbe della conduzione, miopatie, sordità, disturbi visivi, ecc.). La variabilità clinica potrebbe essere condizionata dal difetto che sostiene la malattia ma i geni-malattia noti sono pochi e le mutazioni identificate cominciano solo ora ad essere oggetto di studi di correlazione genotipo- fenotipo.
Nel breve e medio termine, la ricerca in questo settore dovrà svilupparsi sia in ambito clinico, per meglio raggruppare le CMPD associate a marker cardiaci e non utili alla caratterizzazione genetica, che di genetica molecolare per identificare il maggior numero possibile di geni-malattia (genomica) e proteine anomale per struttura, interazioni intermolecolari e funzione (proteomica). Lo sviluppo del programma clinico delle CMPD familiari porterà il cardiologo a prendersi cura delle famiglie oltre che del singolo paziente, e il genetista molecolare a operare in un ambito eterogeneo e poco orientato in termini di specificità fenotipica. Si impone quindi uno sforzo di ricerca di grande impegno, basato su programmi interattivi/interdisciplinari su larga scala, auspicabilmente coordinati dalle società scientifiche.