Cardiomiopatia dilatativa: cosa chiedere alla valutazione clinica e bioumorale
Dal punto di vista clinico una cardiomiopatia può essere definita “primitiva” quando si possano escludere cause ischemiche, valvolari, infiltrative, carenziali, e secondarie a malattie sistemiche. Le caratteristiche più comuni dal punto di vista clinico sono un esordio subdolo, con progressiva astenia, cardiopalmo e dispnea in un paziente prima in buona salute. Non raro è l’esordio con scompenso congestizio. L’angina può essere presente, e spesso, ma non esclusivamente, indica un’eziologia ischemica. Non ci sono caratteristiche esclusive dal punto di vista ascoltatorio, anche se un galoppo con terzo tono (o un ritmo a quattro tempi) è molto frequente. Tra gli esami bioumorali obbligatori vanno citati quelli per valutare la funzione renale ed epatica. I più recenti dosaggi di troponine, neurormoni, citochine aggiungono qualche informazione prognostica, senza essere superiori, per ora, alla valutazione prognostica standard mediante il test cardiopolmonare.