Ruolo ed interazioni del cardiologo in un progetto istituzionale regionale di prevenzione primaria
Razionale. Sono noti in letteratura l’efficacia di interventi mirati a modificare la distribuzione dei fattori di rischio delle malattie a maggior impatto sulla popolazione generale, così come la difficoltà di implementare programmi duraturi di prevenzione primaria e la necessità che in tale campo collaborino più competenze professionali.
Materiali e metodi. Nel 1999 la Regione Piemonte ha predisposto un intervento pluriennale, atto a ridurre i fattori di rischio e ad aumentare i fattori protettivi nell’ambito oncologico e cardiovascolare, con particolare riguardo alle fasce socialmente più svantaggiate. Come cardiologi abbiamo giocato un ruolo fondamentale nell’impostazione e nella realizzazione del progetto, avvalendoci delle linee guida, fornendo materiale bibliografico e diffondendo le mappe del rischio coronario. In ogni Azienda Sanitaria Locale è stato istituito un Nucleo Operativo Aziendale, costituito da diverse competenze in campo sanitario, con il compito di promuovere nella popolazione l’adozione di stili di vita orientati alla promozione della salute, attraverso la valorizzazione del ruolo centrale del medico di medicina generale. Come secondo momento è stata impostata una campagna rivolta a tutta la popolazione, mediante l’utilizzo di giornali, televisione, cartellonistica affissa in grandi magazzini, piazze, mezzi di trasporto, sui temi dell’alimentazione, dell’ipertensione arteriosa, del fumo, dell’attività fisica e dello stress. Una newsletter viene inoltre pubblicata periodicamente dal gennaio 2000, nell’intento di promuovere una formazione permanente ed un confronto sui temi della prevenzione.
Risultati. Si sono ottenute nuove modalità di approccio alla prevenzione primaria e corrette modalità di comunicazione con i pazienti riguardo a tali tematiche; si sono inoltre sperimentati sistemi per identificare i canali di comunicazione più efficaci per lanciare messaggi finalizzati alla promozione della salute; si è da ultimo impostato un modello di monitoraggio della distribuzione dei fattori di rischio e dei fattori protettivi nella popolazione piemontese, per meglio pianificare progetti di intervento.
Conclusioni. Dopo più di mezzo secolo di produzione scientifica in campo di politica sanitaria, è giunto il momento che le amministrazioni pubbliche orientino sforzi e risorse economiche all’intervento sui determinanti della salute, creando anzitutto le migliori condizioni affinché i cittadini possano adottare congrui stili di vita.