Fattori clinici, angiografici e procedurali predittivi di restenosi coronarica dopo impianto di stent: sintesi delle evidenze
Lo stent coronarico rappresenta l’unico dispositivo che si è dimostrato efficace, in casi selezionati, nel limitare il rischio di recidive dopo interventi di rivascolarizzazione percutanea. Tuttavia il fenomeno della restenosi, sebbene ridotto, continua ad incidere pesantemente sui benefici clinici a lungo termine nei pazienti trattati con stent.
La restenosi intrastent è quasi esclusivamente riconducibile ad un processo di proliferazione neointimale che appare più pronunciata dopo applicazione dell’endoprotesi rispetto ad altri tipi di trattamento percutaneo. Un’ulteriore procedura di rivascolarizzazione è clinicamente necessaria in circa la metà dei casi di restenosi intrastent; l’aspetto angiografico della lesione restenotica rappresenta il principale fattore che condiziona il risultato a lungo termine del nuovo intervento percutaneo, avendo le lesioni di tipo diffuso una prognosi peggiore.
Il diabete mellito, le dimensioni del vaso trattato, il diametro finale dello stent e la sua lunghezza complessiva rappresentano i più importanti indicatori correlati con il rischio di restenosi.
Fattori genetici e condizioni fisiologiche individuali, in gran parte sconosciuti, giocano probabilmente un ruolo importante nel condizionare il tipo di risposta locale all’applicazione dello stent.
Il ricorso all’ecografia intracoronarica o l’impiego di alte pressioni di gonfiaggio allo scopo di assicurare una migliore espansione dello stent non hanno dimostrato di migliorare i risultati clinici e angiografici a lungo termine.
L’ipotesi che la rimozione della placca con interventi di aterectomia rotazionale o direzionale prima dell’impianto dello stent possa ridurre il rischio di restenosi deve essere provata e viene attualmente valutata in trial clinici randomizzati.
L’impiego di stent ricoperti con farmaci ad azione antiproliferativa ha fornito risultati molto incoraggianti nella prevenzione della restenosi in alcuni studi preliminari; queste osservazioni necessitano di ulteriori conferme ma rappresentano uno dei campi di ricerca più promettenti del prossimo futuro.