Eparine a basso peso molecolare e sindromi coronariche acute: razionale teorico ed uso nella pratica clinica
Il processo trombotico è responsabile delle manifestazioni acute delle patologie coronariche. L’eparina non frazionata (UFH) per via endovenosa si è dimostrata efficace nel ridurre il rischio di morte o di infarto miocardico non fatale nei pazienti con sindrome coronarica acuta. Le eparine a basso peso molecolare (LMWH) si sono dimostrate, sotto il profilo farmacologico e farmacocinetico, superiori all’UFH ed alcune di esse (nadroparina, dalteparina ed enoxaparina) sono state valutate in trial clinici di grandi dimensioni. Il FRISC (Fragmin during Instability in Coronary Artery Disease) ed il FRIC (Fragmin in Unstable Coronary Artery Disease), utilizzando la dalteparina, ne hanno verificato la maggiore efficacia rispetto all’aspirina da sola (FRISC) e, nella comparazione diretta, la sovrapponibilità rispetto all’UFH (FRIC). In un piccolo trial, la nadroparina ha mostrato di ridurre significativamente il rischio di eventi ischemici rispetto all’associazione di aspirina ed eparina, ma questo effetto non è risultato ugualmente significativo nel FRAX.I.S. (FRAXiparine in Ischaemic Syndrome). Nell’ESSENCE (Efficacy and Safety of Subcutaneous Enoxaparin in Non-Q-Wave Coronary Events) e nel TIMI 11B, l’enoxaparina ha prodotto una riduzione statisticamente significativa degli eventi morte, infarto miocardico ed angina ricorrente o rivascolarizzazione urgente quando paragonata all’UFH. La metanalisi dei dati di questi due studi ha evidenziato una riduzione significativa degli eventi combinati morte ed infarto miocardico. Più dati concordano nell’evidenziare che le LMWH sono sicure ed efficaci alternative all’uso dell’UFH nelle sindromi coronariche acute, apportando importanti vantaggi terapeutici e pratici, quali l’assenza della necessità di monitoraggio mediante la misurazione del tempo di tromboplastina parziale attivato.