Effetto della riabilitazione cardiovascolare sulla variabilità del ciclo RR dopo un primo infarto miocardico acuto non complicato
Razionale. Scopo dello studio è stato quello di verificare le modificazioni dell’equilibrio autonomico indotte dalla riabilitazione cardiovascolare mediante studio della variabilità del ciclo RR, in pazienti con primo infarto miocardico acuto non complicato.
Materiali e metodi. Centoventidue pazienti (79 maschi, 43 femmine, età media 56 ± 5 anni), con primo infarto miocardico acuto, anteriore (48), fibrinolisi (72), frazione di eiezione 49 ± 6%, classe Killip 1 ed esenti da ischemia residua inducibile, erano randomizzati, a 4 settimane dall’infarto, in due gruppi: Gruppo 1, 58 pazienti (esercizi calistenici e su cyclette a giorni alterni per 8 settimane, 24 sedute) e Gruppo 2, 64 pazienti (usuale attività fisica, gruppo di controllo). Pazienti esclusi: 24 del Gruppo 1 per insufficiente (< 13) numero di sedute; 3 pazienti del Gruppo 1 e 4 pazienti del Gruppo 2 sono usciti dallo studio per recidiva ischemica precoce. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a registrazione Holter 24 ore in wash-out farmacologico, 30 ± 3 giorni dopo l’infarto miocardico acuto (T0) e dopo ulteriori 60 ± 4 giorni (T1), per valutazione dell’equilibrio simpato-vagale mediante studio della variabilità del ciclo RR ed a test ergospirometrico per valutazione della funzione cardiopolmonare. Per quanto riguarda lo studio della variabilità del ciclo RR, nel dominio del tempo è stato valutato il valore medio del ciclo RR, la sua deviazione standard (SDNN), il pNN50 e l’rMSSD. Nel dominio della frequenza è stata valutata la potenza delle bande in bassa (LF) ed alta (HF) frequenza ed il rapporto LF/HF. Per tutti i parametri di variabilità della frequenza cardiaca è stata valutata la differenza percentuale (_%) tra valore iniziale (T0) e valore finale (T1). Per quanto riguarda il test ergospirometrico sono stati valutati: tempo di esercizio, il consumo massimo di ossigeno, la soglia anaerobica, il tempo di esercizio ed il consumo massimo di ossigeno alla soglia anaerobica.
Risultati. Trentuno pazienti del Gruppo 1 e 60 pazienti del Gruppo 2 hanno completato lo studio; 28 pazienti del Gruppo 1 e 44 pazienti del Gruppo 2 avevano eseguito il test ergospirometrico. I due gruppi erano omogenei per i principali parametri clinici, frazione di eiezione e valori basali dei parametri di variabilità del ciclo RR e per i valori basali del test ergospirometrico. Vi era differenza significativa (p < 0.05) tra valori basali ed a 60 giorni della variabilità del ciclo RR nel Gruppo 1 e non nel Gruppo 2: RR (Gruppo 1 = +18.3 ± 21.3; Gruppo 2 = +4.2 ± 5.2, p = 0.000), pNN50 (Gruppo 1 = +45.0 ± 38.9; Gruppo 2 = +24.2 ± 34.7, p = 0.011), HF (Gruppo 1 = +81.6 ± 124; Gruppo 2 = -28.7 ± 75.4, p = 0.014) e rapporto LF/HF (Gruppo 1 = -26.0 ± 16.1; Gruppo 2 = -4.9 ± 6.1, p = 0.062). Non vi erano differenze significative per SDNN, rMSSD e LF. Vi era un miglioramento significativo della tolleranza all’esercizio nel Gruppo 1 rispetto al Gruppo 2. Era presente una correlazione lineare tra _LF/HF e valore basale LF/HF (r = 0.489, p = 0.006) ma nessuna correlazione tra questo parametro ed età, frazione di eiezione, picco di creatinfosfochinasi, sede dell’infarto.
Conclusioni. Il training fisico, in pazienti con infarto miocardico acuto non complicato, modifica favorevolmente il bilancio simpato-vagale e la tolleranza all’esercizio. Il miglioramento è più evidente nei pazienti con valori basali più compromessi.