Valutazione del rischio coronarico in collettività lavorative. Risultati dello studio SEMM (Surveillance of Employees Municipality of Milan) e prospettive di prevenzione in Italia
Razionale. Obiettivi del presente lavoro sono la valutazione delle differenze delle distribuzioni dei fattori di rischio coronarico maggiori nei gruppi lavorativi indagati, al fine di individuare particolari gruppi a rischio, ed il confronto dei valori medi di detti fattori di rischio e del punteggio di rischio stimato, nella fascia di età comune, con i risultati osservati nella terza indagine campionaria di popolazione del Progetto MONICA- OMS realizzata in una popolazione nord italiana (Area Brianza).
Materiali e metodi. Nello studio SEMM sono stati arruolati tra il 1992 ed il 1996 un totale di 7872 soggetti, di cui 2601 uomini e 5271 donne. Nella terza indagine MONICA è stato indagato un campione rappresentativo della popolazione di 831 uomini e 884 donne nel 1993-1994, estratto a random, in strati decennali di età, dai residenti di cinque comuni dell’Area Brianza. In entrambe le indagini i fattori di rischio sono stati raccolti con metodi standardizzati e controllati secondo quanto previsto dal protocollo MONICA.
Risultati. Il campione lavorativo, a confronto con il coevo campione MONICA, ha evidenziato livelli medi di pressione arteriosa e colesterolo totale inferiori, la prevalenza di fumo di sigaretta ed i livelli medi di colesterolo HDL sono invece risultati rispettivamente più elevati e più ridotti, in entrambi i sessi. Gli uomini dipendenti del Comune di Milano sono risultati inoltre più in sovrappeso del campione di popolazione generale, mentre una tendenza opposta è emersa per le donne. Il punteggio di rischio complessivo, calcolato utilizzando i coefficienti di rischio desunti da uno studio di follow-up italiano, è risultato inferiore nel campione lavorativo, in entrambi i sessi. Questo risultato potrebbe essere in parte ascritto al noto “effetto del lavoratore sano”. Contrasta con questo profilo di rischio tendenzialmente più basso l’elevata prevalenza di fumatori, soprattutto di fumatrici, riscontrato nel gruppo lavorativo. In alcuni settori lavorativi, l’elevata propensione al fumo potrebbe essere il connotato di un disagio sociale o lavorativo.
Conclusioni. Vengono infine proposti alcuni rilievi in merito alla valutazione del rischio coronarico e più in generale sull’opportunità di intraprendere iniziative di promozione della salute in ambito lavorativo. I vantaggi delle indagini condotte su campioni lavorativi sono: una maggior partecipazione; se condotte con protocolli accurati e controllati, si possono ottenere misure di buona qualità; in caso di studio prospettico, le procedure di follow-up dei soggetti sono relativamente semplificate. Inoltre, la legislazione recentemente adottata nel nostro paese, estendendo la sorveglianza sanitaria a sempre più ampie categorie di lavoratori, da una parte favorisce l’inserimento di protocolli standardizzati di valutazione del profilo di rischio per le malattie a maggior impatto sociale, quali appunto le cardiovasculopatie, al fine di poter intraprendere azioni di prevenzione individuale e collettiva, dall’altra, prevedendo controlli periodici, rende possibile la rilevazione ripetuta nel tempo dei mutamenti dei livelli dei fattori di rischio.