Riduzione dell'invasività in corso di rivascolarizzazione chirurgica: il prelievo della vena grande safena con tecnica videoendoscopica
Razionale. Nell’ambito di un programma clinico volto a ridurre l’invasività degli interventi cardiochirurgici, gli autori presentano la loro esperienza di prelievo della vena grande safena (VGS) con tecnica endoscopica. Tale metodica consente di eliminare quasi totalmente le incisioni cutanee per il prelievo della VGS e quindi le relative complicanze.
Materiali e metodi. Lo studio comprende 41 pazienti sottoposti a prelievo endoscopico della VGS in corso di intervento di rivascolarizzazione miocardica dall’ottobre 1998 al settembre 1999. Un gruppo di 20 pazienti con caratteristiche simili ed operato nello stesso periodo con prelievo tradizionale della VGS è stato utilizzato come controllo. I parametri osservati sono stati il tempo impiegato per la procedura, l’insorgenza di complicazioni e la mobilizzazione postoperatoria.
Risultati. Dopo un iniziale periodo di apprendimento della tecnica i tempi di prelievo per via endoscopica della VGS si sono rivelati sovrapponibili a quelli necessari per il prelievo con tecnica tradizionale. I tempi dell’intervento non sono stati influenzati dalle diverse modalità di prelievo. I segmenti di VGS prelevati con la tecnica endoscopica si sono sempre dimostrati adeguati per il confezionamento dei bypass aortocoronarici. Nessuna complicanza è stata osservata a carico degli arti inferiori in sede di prelievo endoscopico della VGS. L’unica complicanza è stata osservata nel gruppo di controllo. Tutti i pazienti sono stati mobilizzati in prima giornata postoperatoria. La riduzione del trauma chirurgico ha permesso una rapida ripresa della deambulazione ed un notevole vantaggio estetico per l’arto inferiore.
Conclusioni. Gli autori, pur manifestando la propria predilezione nei confronti dell’uso di graft arteriosi per la rivascolarizzazione coronarica, ritengono che quando sia necessario l’uso della VGS, il suo prelievo con tecnica endoscopica consenta di ridurre in maniera significativa l’invasività dell’intervento.