Controindicazioni vere o presunte dei betabloccanti. Vasculopatie periferiche, diabete mellito, broncopneumopatie croniche
Vasculopatie periferiche, diabete mellito, broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) e asma hanno tradizionalmente costituito controindicazioni assolute alla terapia betabloccante. Dati più recenti sembrano non rendere più giustificata una rigida ed estesa applicazione di questi criteri, soprattutto a fronte dei vantaggi che la terapia betabloccante ha dimostrato di offrire. Le informazioni che provengono dalla lettura dei criteri di esclusione applicati nei grandi trial clinici non aiutano a costruire una chiara e sicura condotta clinica perché sono spesso generici e non omogenei. È importante perciò cercare di definire criteri di scelta più precisi.
In sintesi, dall’esame della letteratura sembra di poter derivare questo schema valutativo delle reali controindicazioni alla terapia betabloccante: - arteriopatie periferiche: i betabloccanti dovrebbero essere evitati solo in presenza di fenomeni vasospastici, di dolori a riposo in pazienti con arteriopatia di grado severo e di lesioni trofiche cutanee. Negli altri pazienti l’attento controllo dell’eventuale comparsa o peggioramento dei sintomi durante la terapia betabloccante sembra rappresentare una condotta ragionevolmente sicura; - diabete mellito: non esiste controindicazione assoluta nei pazienti in trattamento insulinico. Particolare cautela deve essere rivolta ai pazienti con difficile controllo dei valori glicemici. L’evidenza clinica di disautonomia può attenuare il riconoscimento e ritardare il controllo degli episodi ipoglicemici. Anche i pazienti che assumono antidiabetici orali a lunga durata d’azione devono comunque essere sorvegliati per la possibilità di prolungate ipoglicemie paucisintomatiche; - broncostruzione: la storia di asma bronchiale, rigorosamente diagnosticato, rappresenta una controindicazione assoluta. Nell’ambito delle BPCO, le controindicazioni assolute riguardano: a) la BPCO di grado moderato- severo (stadio II-III, con FEV1 < 50% del predetto), b) i pazienti in trattamento cronico con broncodilatatori, c) la BPCO con presenza di reversibilità della broncostruzione indotta dall’inalazione di salbutamolo 20% del valore del FEV1 basale. La BPCO di grado lieve (stadio I, FEV1 > 50% del predetto) non rappresenta una controindicazione assoluta, ma la stabilità delle condizioni respiratorie durante la terapia betabloccante va attentamente sorvegliata.