Rivisitazione dell'esame clinico del paziente con scompenso cardiaco alla luce delle informazioni ottenute con l'ecocardiografia Doppler
L’ecocardiogramma riveste un ruolo fondamentale nella diagnosi e nella valutazione del paziente con scompenso cardiaco. Esso infatti contribuisce alla diagnosi mettendo in evidenza una valvulopatia o una cardiopatia congenita misconosciuta, ed orienta verso le differenti espressioni fisiopatologiche delle cardiomiopatie. Mette in evidenza la presenza, la gravità ed il meccanismo dell’insufficienza mitralica e consente di identificare il substrato fisiopatologico dello scompenso distinguendo la disfunzione sistolica da quella diastolica. I vari pattern di curva di flusso transmitralico sono correlati con le pressioni di riempimento ventricolare sinistro e con lo stato funzionale del paziente, mentre la loro variazione nel tempo permette di monitorare gli effetti della terapia. Il grado di compromissione funzionale del paziente viene desunto non tanto dalla semplice misurazione dei volumi e della frazione di eiezione ventricolare sinistra, ma dall’analisi integrata di molteplici aspetti clinici ed ecocardiografici, tra cui la valutazione dei volumi e della frazione di eiezione del ventricolo destro.
Ulteriori informazioni ricavabili dall’ecocardiogramma riguardano la prognosi: un tempo di decelerazione < 125 ms nella curva di flusso transmitralico, la sua persistenza dopo terapia medica ottimizzata nonché la presenza di ipertensione polmonare rappresentano indici prognosticamente infausti. Poiché l’ecocardiogramma consente di acquisire numerosi parametri emodinamici in maniera non invasiva, può essere considerato una valida alternativa al cateterismo destro in pazienti con scompenso cardiaco avanzato.
Poiché i sintomi ed i segni fisici dello scompenso, nonché alcuni dati strumentali come quelli derivati dalla radiografia del torace, non sono sufficientemente sensibili né specifici per la diagnosi di scompenso, l’ecocardiogramma Doppler, ampiamente diffuso, permette di confermare il sospetto di insufficienza cardiaca e fornisce un profilo emodinamico preciso del singolo paziente.
Pur considerando la centralità dell’ecocardiogramma, ai fini di una corretta valutazione del paziente con scompenso cardiaco, è comunque indispensabile che i dati ecocardiografici vengano integrati con quelli clinici e di laboratorio.