Performance emodinamica e coronarografica in un Centro a medio-basso volume di attività: modello organizzativo, indicatori di attività e costi
Razionale. La dislocazione delle Unità di Terapia Intensiva Cardiologica e dei laboratori di emodinamica in Italia è tale da non consentire di sottoporre a coronarografia la maggior parte dei soggetti nell’ospedale dove essi si ricoverano per l’acuzie coronarica (infarto del miocardio ed angina instabile). L’adozione di nuovi modelli organizzativi potrebbe consentire di soddisfare in loco il bisogno di indagini emodinamiche e coronarografiche anche in ospedali a basso volume di indagini riducendo i disagi per i pazienti e garantendo la continuità dell’iter assistenziale. Scopo dello studio è stato valutare in termini di efficacia ed efficienza l’attività emodinamica e coronarografica di un’Unità Operativa a basso volume di indagini.
Materiali e metodi. Viene presentato il modello organizzativo del laboratorio di cateterismo cardiaco polifunzionale idoneo sia per indagini elettrofisiologiche che emodinamico-coronarografiche con apparecchio radiologico portatile e tecnologia digitale per l’elaborazione delle immagini e viene esaminata l’attività emodinamica e coronarografica di 1 anno. Indicatori di performance sono stati considerati il numero delle indagini, l’appropriatezza, le complicanze e la ripetizione dell’esame. I costi sono stati valutati prendendo in considerazione la spesa per i materiali, per i viaggi e per l’ammortamento. Essi sono stati calcolati per lo scenario attuale (esecuzione in loco dell’esame) e, in via ipotetica, per lo scenario storico (esecuzione dell’esame in Centro distante 25 km).
Risultati. Sono state effettuate 342 indagini emodinamico- coronarografiche, pari al 46% dell’attività complessiva del laboratorio; 175 pazienti (51%) sono stati avviati a terapia non farmacologica, 129 (38%) sono stati trattati con terapia farmacologia; in 38 (11%) le coronarie erano esenti da lesioni significative. Ci sono state due complicanze (0.58%), entrambe di tipo “vascolare”. Un paziente (0.29%), 2 ore dopo la coronarografia ha sviluppato un infarto acuto senza evidenza di dissecazione o di variazioni del quadro angiografico alla coronarografia preangioplastica effettuata in altro Centro. In nessun paziente è stato necessario ripetere l’indagine per inadeguatezza dei dati ricavabili e/o per cattiva qualità dell’immagine. Il costo medio dell’esame è risultato di 512 000 lire (265 Euro), con una minor spesa di 182 000 lire (94 Euro) per esame rispetto all’ipotesi dell’esecuzione nel Centro distante 25 km.
Conclusioni. La nostra attività emodinamico-coronarografica, ad onta del suo basso volume, risponde a criteri di efficacia ed efficienza e pertanto il modello organizzativo adottato può essere proposto per soddisfare in loco il bisogno di indagini coronarografiche di ospedali a volume non elevato di indagini.