Andamento del profilo lipidico plasmatico nelle sindromi coronariche acute. L'uso di fibrinolitici ed eparina non lo modificano significativamente
Razionale. Le risposte neurormonali e metaboliche ad un evento ischemico acuto associato a trattamento trombolitico ed eparinico condizionano cambiamenti sostanziali del profilo lipidemico (risposta della fase acuta). Scopo dello studio è stato valutare le modifiche della colesterolemia totale e della trigliceridemia in pazienti con sindrome coronarica acuta, ricoverati nella nostra Unità di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC).
Materiali e metodi. Sono stati valutati 1051 pazienti, 316 con angina instabile, 583 con infarto miocardico acuto (IMA) Q e 152 con IMA non Q. In tutti i pazienti è stato dosata la colesterolemia totale e la trigliceridemia all’ingresso in UTIC (tempo 0), il mattino successivo all’ingresso (tempo 1) ed il mattino successivo alla sospensione della terapia eparinica (tempo 2).
Risultati. Il valore medio della colesterolemia totale è risultato di 235, 210 e 197 mg% all’ingresso, al tempo 1 ed al tempo 2 rispettivamente. La trigliceridemia è stata rispettivamente di 234, 178 e 189 mg%. Nel sottogruppo IMA trombolisato la riduzione della colesterolemia totale al tempo 1 ed al tempo 2 non mostra differenze significative rispetto al sottogruppo IMA non trombolisato. La riduzione della trigliceridemia mostra uguale andamento nei differenti sottogruppi. È stato anche esaminato l’andamento in gruppi suddivisi per sesso, età e comparsa di complicanze.
Conclusioni. I dati in nostro possesso mostrano che i valori di colesterolemia totale e trigliceridemia all’ingresso sono francamente più alti rispetto ai valori attualmente considerati normali. Entro e non oltre le 24 ore si assiste alla riduzione del 10.7% dei valori di colesterolemia totale, che raggiunge il 16.2% dopo pochi giorni (media 3.4 giorni). Inoltre la determinazione della colesterolemia totale all’ingresso è necessaria per conoscere il preciso profilo lipidemico durante l’evento ischemico acuto. In tale modo anche l’eventuale decisione di adottare una terapia con statine appare più giustificata.