L'ANMCO nella Sanità che cambia. Documento di consenso del Simposio Organizzativo del XXXI Congresso Nazionale di Cardiologia dell'ANMCO; Firenze, 21 maggio 2000
Capitolo 1. La rapida accelerazione che stiamo vivendo sia sotto il profilo tecnologico che dell’acquisizione di conoscenza in medicina sta creando un gap tra ricerca biologica e ricerca clinica e un gap ulteriore tra ricerca clinica e sua applicazione nella pratica quotidiana. Compito che una Società medico-scientifica dovrebbe darsi è di colmarlo nei limiti del possibile attraverso la ricerca e la diffusione integrata dei suoi risultati – la formazione. L’ANMCO svolge attivamente entrambi ma manca degli organi che possano produrre strategie di ricerca scientifica di lungo respiro. Questo documento riporta obiettivi e modalità per risolvere questo problema strutturale.
Capitolo 2. La formazione medica continua, intesa al mantenimento ed allo sviluppo delle competenze nel settore professionale, rappresenta un’esigenza culturale personale ed attualmente un obbligo legislativo anche in Italia. Nel corso del Simposio Organizzativo, tenutosi nell’ambito del XXXI Congresso annuale dell’ANMCO, si è discusso di quali sarebbero le più opportune iniziative da intraprendere in questo settore da parte della Cardiologia italiana. L’articolo fa riferimento alla realtà europea ed alla nuova legislazione nazionale. Partendo dalla cognizione che l’ANMCO ha tutte le caratteristiche per essere protagonista di questo processo vengono esplicitate le proposte operative scaturite dall’analisi del problema e dal dibattito congressuale, che comprendono l’elaborazione di un percorso formativo per il cardiologo italiano coerente con le esigenze dello specialista europeo, la centralizzazione del coordinamento e l’implementazione a livello locale, regionale del progetto di formazione.
Capitolo 3. L’evoluzione verso la regionalizzazione della normativa sanitaria degli ultimi anni ha favorito la tendenza del cardiologo ospedaliero ad isolarsi sempre più nella sofisticazione delle superspecializzazioni. Questo ha talora comportato difetti di comunicazione tra cardiologi operanti nella stessa struttura o in strutture vicine ed incapacità di coinvolgimento e corresponsabilizzazione nei confronti di figure mediche operanti sulla stessa problematica cardiologica, nell’ambito di uno stesso contesto geografico ed organizzativo. In questo scenario il rischio maggiore è rappresentato da un’inesorabile perdita della specificità cardiologica particolarmente evidente per le cardiologie a minore complessità che hanno da un lato difficoltà di connessione con le cardiologie di riferimento, spesso “impermeabili” alle loro esigenze, e dall’altro non trovano un’adeguata collocazione nell’organizzazione dell’assistenza territoriale. Per tali ragioni il recupero della centralità del paziente nella continuità assistenziale tra ospedale e territorio deve essere considerato obiettivo prioritario per l’ANMCO, perseguibile regionalizzando maggiormente l’architettura dell’Associazione, promuovendo i collegamenti organizzativi tra cardiologie a diversa complessità che incidono sullo stesso bacino di utenza e ricercando un nuovo rapporto con il territorio nella figura dei medici di medicina generale caratterizzato dalla condivisione partecipata dei percorsi diagnostico-terapeutici.
Capitolo 4. La Sanità pubblica e privata è cresciuta nell’ottica di un radicato paternalismo; i cittadini, in quanto collettività che usufruisce del Servizio Sanitario Nazionale, sono stati tenuti ai margini delle scelte di politica sanitaria e, in quanto singoli individui che si rivolgono a un medico, sono stati tenuti ai margini delle decisioni cliniche che li riguardano. Recentemente, ha cominciato a farsi sentire la spinta di associazioni di cittadini e di pazienti che hanno rivendicato il diritto a essere consultate e a suggerire (e talvolta a pretendere) interventi specifici. Tali contributi possono rappresentare uno stimolo prezioso e propulsivo per una Sanità troppo assorbita da attività gestionali e per certi medici troppo distratti da interessi personali. In Italia siamo ancora molto lontani da un’impostazione orientata sulle esigenze del paziente, ma anche da noi diventerà attuale il concetto che, data una buona tecnologia e buoni medici, i pazienti baseranno le loro scelte anche sulle differenze di come vengono trattati e di come vengono soddisfatte le loro esigenze prioritarie. La sfida della medicina moderna è quella di: a) investire anche nei valori oltre che nelle evidenze; b) preoccuparsi anche dei rischi oltre che dei benefici; c) preoccuparsi di far crescere pazienti ben informati piuttosto che utenti accondiscendenti. L’ingresso dei cittadini nella gestione della medicina è un fatto di grande rilevanza, ma di potenziale minaccia; cittadini e pazienti offrono una collaborazione consapevole e attiva, contribuendo a migliorare lo stato di salute dei singoli individui e costringono medici e strutture a modificare l’organizzazione in funzione del paziente invece che del personale. L’eccessivo slancio verso pratiche irrazionali, particolaristiche e scientificamente non documentate può indurre medici e aziende a spingersi verso una deriva di facile consenso popolare, per accattivarsi clienti che non conoscono e non possono prevedere i pericoli strategici di scelte di efficacia effimera. L’ANMCO dispone delle risorse necessarie e sufficienti per affrontare e orientare il crescente coinvolgimento dei cittadini nella Sanità e nella gestione della propria salute.