LA STRADA DEL CORAGGIO. PARABOLA DI UN VIRUS

di Francesco Maria Bovenzi

Lucca: Maria Pacini Fazzi Editore; 2020.





È questo un libro che si legge tutto d’un fiato, accessibile anche per il lettore non medico. Francesco Bovenzi, stimato cardiologo ospedaliero, ripercorre in queste pagine la storia dei mesi più drammatici della pandemia COVID-19 vissuta sul campo da operatore della sanità, disarmato come tutti di fronte ad un nemico perfido e sconosciuto. Il coraggio, parola richiamata anche nel titolo del libro, è quello che ha consentito a chi operava sul fronte di guerra di resistere e trovare la forza di andare avanti nei drammatici mesi vissuti tra febbraio e maggio di questo 2020 che resterà scolpito nei libri di storia. Il libro, pur essendo caratterizzato da un forte rigore scientifico, è soprattutto espressione dei sentimenti e dei valori di chi ha vissuto intensamente ogni giorno in ospedale il contatto con i pazienti ed i colleghi medici ed infermieri generosamente impegnati nell’assistenza.

Numerosi sono i temi affrontati da Bovenzi: le decisioni etiche a causa della limitata disponibilità di risorse determinate anche a causa del pesante definanziamento del Sistema Sanitario Nazionale avvenuto negli ultimi dieci anni, il recupero dell’alleanza medico-paziente indebolitasi nel tempo, la restituzione del valore della professione medica, l’informazione virale alimentata dai media e dalle baruffe dei virologi, il mistero degli infarti spariti dalle cardiologie, le importanti implicazioni cardiovascolari del coronavirus. A fronte dei lutti e delle macerie lasciati sul cammino sembra che la drammatica emergenza del coronavirus abbia almeno consentito di recuperare la “religiosità” della professione medica insita nella sua storica anima ippocratica, insieme ai valori della solidarietà e della “pietas”.

Nonostante il buio dei mesi appena trascorsi, attraverso le pagine del libro si intravede la luce alla fine del tunnel e la speranza per il futuro. Una speranza condizionata dai cambiamenti auspicati per la sanità del futuro che dovrà dare più centralità e ruolo decisionale ai professionisti della salute. “Ci voleva un virus per restituire decoro e valore al lavoro del medico” afferma con amarezza Bovenzi. C’è da augurarsi che gli attestati di stima e solidarietà ricevuti in questi mesi dai medici e dagli infermieri da parte della politica e dei cittadini non subiscano la stessa sorte che tutti noi ci auguriamo per la parabola di questo maledetto virus.

Giuseppe Di Pasquale

Azienda USL di Bologna

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