I pazienti con insufficienza cardiaca nelle fasi terminali presentano una qualità di vita ed una prognosi pessima, in quanto gravati da sintomi anche a riposo, necessità di frequenti ricoveri ospedalieri, terapie farmacologiche complesse ed una mortalità ad 1 anno di circa il 50%. Le opzioni terapeutiche sono scarse e non disponibili per tutti. Pochi soggetti possono essere trapiantati e le terapie “alternative” mediche e chirurgiche hanno mostrato limitata capacità di influenzare prognosi e qualità di vita. Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha messo a disposizione del clinico dispositivi cardiocircolatori di supporto utilizzabili sia per assistenza di breve/media durata che di lunga durata. L’evidenza clinica di sopravvivenze di lunga durata senza eventi avversi correlabili al dispositivo, ottenuta con piccole pompe assiali di ultima generazione, permette di valutarne l’impiego in pazienti con controindicazioni o poche possibilità di accedere al trapianto.