Razionale. Scopo di questo registro è la valutazione a distanza dell’amputazione maggiore e della mortalità in pazienti diabetici con ischemia critica dell’arto sottoposti ad angioplastica con provisional stenting dei vasi femoro-poplitei e tibiali.
Materiali e metodi. Dal gennaio 2004 al dicembre 2007, tutti i pazienti diabetici sottoposti a rivascolarizzazione percutanea dei vasi femoro-poplitei e tibiali sono stati inseriti nel registro. La percentuale di salvataggio dell’arto ischemico e la mortalità sono state valutate a lungo termine.
Risultati. 267 pazienti diabetici (età media di 72.2 ± 9.6 anni) con 290 arti ischemici rappresentano la popolazione in studio. L’incidenza di ipertensione arteriosa è stata dell’85% (227 pazienti), di ipercolesterolemia del 32% (85 pazienti), di insufficienza renale cronica del 23% (61 pazienti). Anamnesi positiva per cardiopatia ischemica è stata riscontrata in 80 pazienti (30%), per carotidopatia in 75 pazienti (28%). In accordo con la Texas Diabetic Ulcers Classification, 203 pazienti (70%) presentavano una lesione tipo CIII, 29 (10%) CII, 9 (3%) CI, 20 (7%) DIII, 23 (8%) DII e 6 (2%) DI; 440 lesioni (169 arterie tibiali, 261 arterie femoro-poplitee and 10 arterie iliache) sono state rivascolarizzate con impianto di stent in 290 (66%) lesioni. Il successo procedurale è stato ottenuto in 415 (94%) degli arti ischemici. L’indice caviglia-braccio è passato dal valore di 0.32 ± 0.11 prima della procedura a 0.77 ± 0.23 (p <0.001) nel post-procedura. La durata media del follow-up clinico è stata di 17 ± 11 mesi. L’amputazione maggiore è stata necessaria in 17 pazienti (6%). L’amputazione maggiore è stata fatale in 7 pazienti (41%). La guarigione completa delle lesioni è stata ottenuta in 238 arti (82%) e parziale in 35 (12%). La mortalità a lungo termine è stata del 16% (42 pazienti) di cui il 6% dovuta ad eventi cardiaci, il 3% ad eventi cerebrovascolari, il 3% ad insufficienza renale acuta ed il rimanente 4% a malignità. La procedura di rivascolarizzazione omosede è stata ripetuta in 67 pazienti (23%) ed eterosede in 29 (11%).
Conclusioni. L’angioplastica con provisional stenting è una procedura efficace nel salvataggio d’arto in pazienti affetti da ischemia critica. L’elevata mortalità a lungo termine è verosimilmente associata alla diffusione sistemica del processo aterosclerotico e quindi all’elevato rischio cardiovascolare proprio di questi pazienti.