L’arteriopatia periferica è una condizione clinica di frequente riscontro e rappresenta una manifestazione dell’aterosclerosi sistemica. Poiché è stato dimostrato che nei pazienti affetti da tale condizione vi è una notevole riduzione della qualità della vita, il miglioramento di quest’ultima è diventato uno dei principali obiettivi delle strategie terapeutiche, in particolare per quanto riguarda i pazienti con claudicatio intermittens. È stato dimostrato, inoltre, che le informazioni tratte dall’esame fisico e dai comuni parametri clinici, come l’indice caviglia-braccio, non descrivono in maniera adeguata l’impatto della malattia sulla qualità della vita. Per questo motivo, appare utile integrare i comuni indici clinici con le informazioni riguardanti il punto di vista del paziente, per evitare che il successo della procedura sia valutato esclusivamente in termini di uso appropriato degli strumenti tecnici disponibili e di un buon risultato angiografico non tenendo conto delle sue conseguenze sulla futura vita quotidiana dei pazienti. È pertanto necessario che tutti coloro che sono coinvolti nella gestione dei pazienti con arteriopatia periferica siano in grado di utilizzare ed interpretare gli strumenti volti alla valutazione della qualità della vita. Nell’ambito delle varie strategie terapeutiche, l’angioplastica transluminale percutanea, anche se non è in grado di contrastare l’evoluzione naturale della malattia aterosclerotica, si sta configurando come punto di raccordo verso il quale convergono sia il miglioramento dei parametri clinici che quello della qualità della vita.
In questo articolo sono descritti i principali strumenti utilizzati per la valutazione della qualità della vita, nonché le conseguenze su quest’ultima dell’arteriopatia periferica e del suo trattamento endovascolare.