La morte improvvisa (MI) rappresenta un grave problema medico e socio-economico poiché ogni anno colpisce circa 1 persona su 1000. Essa è generalmente dovuta ad una tachicardia o ad una fibrillazione ventricolare. Mezzi terapeutici idonei ad interrompere tali aritmie sono estremamente necessari. Nell’ultimo decennio il cardioverter-defibrillatore impiantabile (ICD) si è dimostrato un efficace rimedio per ridurre la mortalità totale e improvvisa nei pazienti ad alto rischio di MI sia quando utilizzato in prevenzione secondaria che in prevenzione primaria. Per la prevenzione primaria della MI le attuali linee guida prevedono l’impianto di un ICD nei pazienti selezionati solo sulla base della presenza di una frazione di eiezione ventricolare sinistra ≤30-35%. Tale criterio scarsamente sensibile e specifico comporta la necessità di impiantare apparecchi molto costosi in un grande numero di soggetti per salvare solo pochi individui. Una maggiore selezione dei pazienti è auspicabile sia da un punto di vista clinico che etico ed economico. Sulla base dei dati epidemiologici e clinici disponibili e delle chiare evidenze derivanti da studi di stratificazione prognostica sembra già oggi possibile raggiungere questo obiettivo. I pazienti anziani o con grave comorbilità o quelli identificati a rischio molto basso di MI potrebbero essere esentati dall’impianto di un ICD.