Razionale. L’arteria radiale è utilizzata, insieme all’arteria mammaria interna, per la rivascolarizzazione miocardica arteriosa. Dubbi ancora esistono sulla sede ottimale dell’anastomosi prossimale. Con questo studio, sono stati analizzati i risultati a breve termine e i determinanti di rischio operatorio dopo impianto dell’arteria radiale con quattro diverse tecniche chirurgiche.
Materiali e metodi. Tra gennaio 2000 e dicembre 2004, 571 pazienti sono stati sottoposti a bypass con arteria radiale. I dati sono stati analizzati per l’intera popolazione e per sottogruppi in base alla diversa anastomosi prossimale: 140 T-graft con l’arteria mammaria interna (gruppo A), 316 “free-graft” con anastomosi prossimale sull’aorta (gruppo B), 55 allungamenti dell’arteria mammaria interna in situ con l’arteria radiale (gruppo C) e 60 allungamenti dell’arteria radiale con un tratto di arteria mammaria interna (gruppo D).
Risultati. L’età media della popolazione era 53.8 ± 7.7 anni. Il 55.5% aveva un pregresso infarto miocardico, mentre il 73% presentava una funzione ventricolare sinistra conservata. La rivascolarizzazione completamente arteriosa è stata eseguita in 532 casi (93.2%) e la maggior parte degli interventi (90.2%) è stata eseguita con circolazione extracorporea e clampaggio aortico. La mortalità operatoria è stata 0.9%, l’infarto miocardico perioperatorio si è verificato in 19 casi (3.3%), un contropulsatore aortico è stato usato 10 volte (1.7%) e un’assistenza meccanica è stata necessaria in 2 pazienti, poi deceduti. La sede di prelievo dell’arteria radiale non ha dato complicanze. La sede dell’anastomosi prossimale dell’arteria radiale non è risultata un determinante per la mortalità operatoria. Il gruppo C presentava un più elevato rischio di infarto postoperatorio (p = 0.09), così come l’appartenenza al sesso femminile (p = 0.003), l’ipertensione arteriosa (p = 0.059) e un tempo di circolazione extracorporea più lungo.
Conclusioni. L’arteria radiale sembra il complemento ideale dell’arteria mammaria interna durante rivascolarizzazione miocardica arteriosa soprattutto per i pazienti in cui è controindicato l’uso dell’arteria mammaria interna bilaterale. Le diverse tecniche chirurgiche per l’esecuzione dell’anastomosi prossimale non sono legate ad un aumento del rischio operatorio e possono essere utilizzate indifferentemente al fine di garantire il miglior risultato possibile.