L’aterosclerosi è una malattia cronica, degenerativa che può coinvolgere tutto il sistema arterioso determinando un ampio spettro di manifestazioni cliniche, dall’infarto miocardico all’angina stabile, all’ictus. Il progressivo accumulo di elementi lipidici e infiammatori nella parete vascolare e la stessa fibrosi determinano un progressivo restringimento del lume con conseguente ischemia. Le sindromi coronariche acute (angina instabile, infarto miocardico acuto) sono invece caratterizzate da un processo fisiopatologico dinamico e complesso nel quale la rottura di placca e la trombosi rappresentano la via finale comune. Visto che solo alcune placche sono responsabili di eventi clinici, mentre molte altre rimangono silenti a lungo, numerose tecniche diagnostiche invasive o non invasive sono state utilizzate allo scopo di individuare il carico aterosclerotico di ogni singolo paziente e soprattutto la presenza di placche vulnerabili, cioè propense alla rottura. L’ecografia carotidea, la tomografia computerizzata multistrato (MSCT) e la risonanza magnetica (RM) sono state utilizzate principalmente per valutare il carico aterosclerotico nei soggetti asintomatici, mentre la coronarografia è stata impiegata dopo l’evento clinico acuto per studiare la morfologia delle placche che lo hanno causato. Oggi, l’ecografia intracoronarica (IVUS) offre informazioni accurate sulle caratteristiche dell’aterosclerosi, ma alcuni dettagli, come le dimensioni del core lipidico, lo spessore della capsula fibrosa, la presenza di trombosi, erosioni od ulcerazioni, non sono registrabili perché superano le capacità di risoluzione dell’IVUS o non sono facilmente visualizzabili. Negli ultimi anni la tomografia a coerenza ottica e la combinazione di metodi diversi di imaging (che valutano sia le alterazioni anatomiche che quelle biologiche delle placche, come l’istologia virtuale o una combinazione di tomografia ad emissione di positroni e MSCT o RM) sono parse promettenti ed aiuteranno la comprensione della fisiopatologia delle sindromi coronariche acute e degli effetti dei trattamenti preventivi aggressivi.