Pazienti con scompenso cardiaco vanno frequentemente incontro a ripetute ospedalizzazioni, per cui recenti linee guida raccomandano un approccio multidisciplinare anche mediante sistemi di gestione remota dello stato clinico attraverso dispositivi elettronici esterni, portatili o impiantabili remoti, con lo scopo di facilitare la gestione del paziente e ottimizzare le risorse sanitarie. Questo diverso modo di organizzare l’assistenza, ha creato dei nuovi problemi dei profili di responsabilità che si possono identificare nell’azienda costruttrice come responsabile dell’aspetto tecnico, nella struttura sanitaria come responsabile della fornitura del sistema informatico per la ricezione dei dati telematici e dell’accesso ambulatoriale del paziente ed in particolare nella figura del medico che deve invece garantire la supervisione del processo ma soprattutto una risposta agli allarmi ricevuti in tempo adeguato. In ogni caso, configurandosi la telemedicina, come un problema tecnico di speciale difficoltà, qualsiasi prestazione medica erogata attraverso la stessa dovrà, in termini di responsabilità, essere valutata tenendo conto che “se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, il prestatore d’opera non risponde dei danni, se non in caso di dolo o colpa grave”. Non meno importanti sono le problematiche giuridiche minori, come quelle delle autorizzazioni, dei conflitti di giurisdizione tra stati, dei problemi di inaccessibilità al servizio, nonché dell’accertamento della responsabilità medica rapportata all’attività d’equipe, ma anche problematiche relative al consenso informato e alla tutela della privacy. In conclusione il risk management con la telemedicina può offrire elementi di maggiore precisione delle informazioni e una migliore tracciabilità delle azioni dei singoli operatori.