La prevenzione della morte cardiaca improvvisa costituisce una delle sfide più importanti della moderna cardiologia. Per un reale progresso in questo campo è cruciale identificare con precisione il rischio di tachiaritmie ventricolari severe nel singolo paziente.
In questo studio viene valutata l’efficacia di differenti metodi di analisi non lineare degli ECG nella stratificazione del rischio in pazienti con aritmia ventricolare, e questi metodi non invasivi vengono correlati con i risultati dello studio elettrofisiologico endocavitario (EPS).
Abbiamo valutato 25 pazienti con aritmie ventricolari complesse ed a rischio. Il gruppo di pazienti studiati è stato confrontato con un gruppo di controllo di 25 soggetti sani. Tutti i pazienti sono stati sottoposti sia all’EPS che a diversi tipi di analisi non lineare dell’ECG, ed è stata realizzata una comparazione fra i risultati dell’analisi non lineare e quelli dell’EPS. Nel lavoro vengono presentati e discussi i risultati ottenuti.