Razionale. La coronarografia attualmente costituisce il gold standard per valutare la pervietà del bypass aortocoronarico, tuttavia questa è una metodica invasiva, che fa uso di raggi X e che ha un certo numero, seppur basso, di complicanze. Pertanto emerge l’esigenza di una metodica non invasiva dotata di buona accuratezza diagnostica per il follow-up del paziente bypassato. Scopo del nostro studio è stato confrontare la performance diagnostica della tomografia computerizzata a 40 strati rispetto all’angiografia coronarica convenzionale.
Materiali e metodi. Sono stati studiati 26 pazienti di cui 20 maschi e 6 femmine con età media di 65 anni precedentemente sottoposti a rivascolarizzazione miocardica mediante bypass, con indicazione ad eseguire coronarografia non in urgenza. Sono stati esaminati un totale di 68 bypass di cui 25 arteriosi e 43 venosi, e 111 anastomosi.
Risultati. È stato possibile analizzare la pervietà del bypass in tutti i pazienti; 23 pazienti presentavano una stenosi o un’occlusione del bypass con l’esecuzione dell’angiografia coronarica convenzionale; 19 di questi pazienti sono stati correttamente diagnosticati dall’angiografia coronarica eseguita mediante tomografia computerizzata (sensibilità 84%, specificità 100%). In particolare, la tomografia computerizzata ha mostrato una sensibilità del 90% e una specificità del 100% nella valutazione del corpo del bypass, mentre nei confronti dell’anastomosi ha mostrato una sensibilità dell’88% e una specificità del 94%.
Conclusioni. In accordo con i risultati del nostro studio riteniamo che la tomografia computerizzata costituisca un valido ausilio diagnostico per la valutazione della pervietà del bypass in pazienti con sospetto clinico di occlusione.