La famiglia ha un’influenza rilevante su ogni suo componente e può contribuire in modo significativo alla riabilitazione di un paziente. Un interesse scarso e superficiale, come pure un atteggiamento iperprotettivo e ansiogeno da parte della famiglia, possono portare ad una cronicizzazione della malattia, a ricadute e persino ad un aggravamento.
La diade medico-paziente è un’illusione, dato che i membri della famiglia del paziente influiscono pesantemente su questa relazione. Essi possono condizionare inizialmente la scelta del medico e successivamente influenzare con commenti o azioni le aspettative di cura, la diagnosi, le terapie prescritte, sostenendo, o al contrario, sminuendo il rapporto fra il paziente e il medico. Già dal primo momento si viene perciò a creare un triangolo terapeutico di cui il medico deve essere consapevole, per poterlo utilizzare nel modo migliore nell’interesse del paziente stesso.
Lo psicologo clinico assume in questo ambito un ruolo fondamentale, in una prima fase, per identificare eventuali relazioni disfunzionali e, successivamente, per poter supportare la famiglia nei momenti di crisi.