Razionale. La revisione dei percorsi diagnostico-terapeutici e la verifica della loro appropriatezza è la base per il conseguimento ed il mantenimento di elevati standard terapeutici. È stata condotta una indagine conoscitiva nazionale allo scopo di verificare, relativamente alla cardiopatia ischemica, omogeneità e discordanze fra i diversi centri cardiochirurgici nelle strategie diagnostico- terapeutiche della pratica clinica di tutti i giorni.
Materiali e metodi. Ad 87 unità cardiochirurgiche italiane è stato inviato un questionario con 6 domande inerenti al profilo generale dell’attività dei singoli centri ed altre 15 domande inerenti alle seguenti aree di interesse: a) la rivascolarizzazione coronarica; b) il trattamento dell’insufficienza mitralica ischemica; c) le procedure di ricostruzione del ventricolo sinistro; d) l’assistenza circolatoria meccanica e il trapianto cardiaco.
Risultati. Sono pervenuti 41 questionari (47.1%) correttamente compilati, dall’analisi dei quali sono emerse discordanze tra i centri riguardanti la scelta di tecniche e condotti nella rivascolarizzazione miocardica; la propensione al trattamento chirurgico dell’insufficienza mitralica ischemica, di grado moderato, associata a severa disfunzione del ventricolo sinistro; la scelta del trattamento migliore in presenza di estesi territori cicatriziali postinfartuali; l’approccio terapeutico all’insufficienza cardiaca estrema. Tali discordanze sono risultate talvolta legate alla tipologia specifica del centro (per volume di attività e disponibilità di trapianto).
Conclusioni. Studi come quello presentato possono servire ad evidenziare discordanze di indirizzi nelle scelte delle strategie chirurgiche dei vari centri. È auspicabile un’assidua monitorizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici al fine di consentire: a) la tempestiva individuazione di aree di criticità che necessitino di revisione; b) la standardizzazione dei criteri di scelta; c) il raggiungimento di elevati livelli di appropriatezza di cura in ogni singolo centro.