I livelli nutrizionali e le concentrazioni plasmatiche di alcune vitamine del gruppo B, in particolare la vitamina B6, la vitamina B12 e l’acido folico, sono recentemente emersi come correlati inversi del rischio cardiovascolare, e diversi studi sperimentali e clinici, essenzialmente retrospettivi e di tipo caso-controllo, indicano il difetto di tali vitamine come capace di promuovere la progressione della malattia vascolare aterosclerotica. Poiché tutte queste vitamine sono implicate nel metabolismo dell’omocisteina, e questa ha una relazione ben accertata con il rischio cardiovascolare, l’ipotesi più semplice della relazione tra vitamina B6, vitamina B12 e acido folico da una parte, e rischio cardiovascolare dall’altra, è che essa passi attraverso i livelli plasmatici di omocisteina. I dati della letteratura più convincenti per l’esistenza di una relazione con il rischio cardiovascolare sono per vitamina B6 e acido folico. Queste vitamine hanno tutta una serie di effetti in vitro che indicano anche un’azione antiaterogena diretta, ed i risultati di diversi studi clinici, soprattutto per la vitamina B6, indicano una relazione inversa con il rischio cardiovascolare almeno in parte indipendente dall’omocisteinemia. La conferma ulteriore di questi dati è importante per poter disegnare future strategie di intervento nella profilassi primaria e secondaria della malattia vascolare aterosclerotica.