Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte per le donne ed il fenomeno è destinato ad aumentare in considerazione dell’allungarsi della vita media e della prevalenza dei fattori di rischio. Nonostante ciò, la percezione che hanno le donne del rischio cardiovascolare è bassa. Anche le conoscenze dei medici sono inadeguate: i fattori di rischio sono spesso non riconosciuti e non adeguatamente trattati; i sintomi delle sindromi coronariche acute spesso non sono tempestivamente diagnosticati e la gestione delle pazienti non è sempre ottimale. La causa principale della sottostima del rischio cardiovascolare nelle donne è rappresentata dalla disparità esistente tra i sessi in termini di salute. L’infarto e l’ictus sono ancora considerate malattie del sesso maschile e ciò ha limitato i progressi della ricerca e della gestione terapeutica delle malattie cardiovascolari nel sesso femminile. Inoltre, la possibilità di fare un’adeguata prevenzione (smettendo di fumare, seguendo un’alimentazione sana, praticando attività fisica), di vivere in un ambiente psicologicamente favorevole e di fruire delle cure sanitarie sono influenzate dal reddito, dal grado di scolarità, dal controllo esercitato sulla propria vita nonché dall’ambiente culturale e religioso. Per la maggior parte delle donne questi fattori rappresentano i principali ostacoli alla prevenzione delle malattie.
La promozione della salute cardiovascolare nel sesso femminile sarà possibile solo se si supereranno tutti gli ostacoli che impediscono l’attiva partecipazione delle donne alla vita pubblica e privata, consentendo loro di condividere tutti i processi decisionali dell’economia, della politica della cultura e della società.
Questa strategia non solo porterà vantaggi alla salute femminile ma migliorerà quella degli uomini e dei bambini.