L’arteria mammaria interna è il vaso più frequentemente utilizzato come ponte sull’arteria discendente anteriore in pazienti sottoposti ad intervento di bypass aortocoronarico. Talora la funzionalità del graft può essere compromessa da lesioni stenosanti, per lo più coinvolgenti l’anastomosi distale, che si verificano generalmente in tempi ravvicinati all’intervento chirurgico. Più rare sono le lesioni aterosclerotiche e/o gli inginocchiamenti o “kinking” a carico del corpo del graft. Le diverse forme di stenosi della mammaria interna sono trattabili con tecniche chirurgiche o percutanee.
Si descrivono 2 casi di angina severa in pazienti già sottoposti, negli anni precedenti, ad intervento di bypass aortocoronarico con arteria mammaria interna sinistra su discendente anteriore. In entrambi i soggetti la lesione determinante la sintomatologia ischemica era a carico del corpo della mammaria, in prossimità di una tortuosità determinata da un “kinking”. In un caso la stenosi è risultata secondaria ad uno spasmo persistente, risolto con la somministrazione di vasodilatatori; nel secondo caso si è reso necessario il trattamento con angioplastica.
Differenti eziopatogenesi vengono ipotizzate come alternativa alla malattia aterosclerotica classica per giustificare la rapida comparsa/scomparsa di tali stenosi in vasi angiograficamente indenni nei restanti segmenti.
In conclusione, l’eziologia delle stenosi del corpo dell’arteria mammaria interna può differire da quella più frequente a carico del circolo coronarico nativo. Il ruolo delle tortuosità dei graft nel favorire lo sviluppo di stenosi simili a quelle descritte può meritare ulteriori studi.