Il diabete mellito è una malattia sempre più comune. Molti pazienti diabetici sviluppano complicanze cardiovascolari, delle quali le più frequenti ed insidiose sono la cardiopatia ischemica e la cardiomiopatia diabetica. Appurata l’importanza prognostica di un meticoloso controllo diabetico, rimane fondamentale trattare in modo aggressivo le complicanze cardiache e vascolari con quei farmaci che efficacemente al giorno d’oggi utilizziamo per la loro terapia. In aggiunta a questo, la correzione del metabolismo dei substrati energetici nel cuore diabetico appare un’ipotesi terapeutica molto attraente. In particolare, la possibilità di aumentare il metabolismo del glucosio e di conseguenza ridurre l’ossidazione degli acidi grassi liberi, appare come un intervento terapeutico di grande importanza. Infatti, rispetto agli strumenti farmacologici tradizionali, si hanno evidenze che specifici farmaci metabolicamente attivi, tra i quali il più studiato è la trimetazidina, chiamati inibitori parziali degli acidi grassi liberi, avranno un ruolo sempre maggiore nel trattamento dei pazienti diabetici con cardiopatia ischemica e cardiomiopatia. Questi farmaci facilitano il metabolismo del glucosio da parte del miocardio a discapito degli acidi grassi liberi, il cui utilizzo determina effetti dannosi nel contesto di miociti ischemici e malfunzionanti. Si è visto che, come altri composti che stimolano l’attività della piruvato-deidrogenasi facilitando l’ossidazione del glucosio ed inibendo quella degli acidi grassi liberi (ad esempio il dicloroacetato), anche la trimetazidina migliora la funzione ventricolare sinistra in pazienti diabetici con scompenso cardiaco. Studi prospettici in grandi trial clinici potranno fornire una definitiva ed obiettiva valutazione del valore di questi nuovi approcci terapeutici nel trattamento delle malattie cardiache in pazienti diabetici.