Il paziente con scompenso cardiaco è tipicamente un anziano “fragile”, con patologie multiple, spesso non autosufficiente. L’incidenza dei ricoveri per scompenso degli anziani è in aumento e la maggioranza di questi pazienti si ricovera presso strutture non cardiologiche. Gli anziani hanno manifestazioni cliniche più severe, eziologie e comorbilità multiple e hanno più spesso una funzione sistolica conservata. Le riospedalizzazioni sono spesso causate da fattori modificabili e quindi evitabili. Le terapie “evidence-based” e gli esami strumentali a più elevato contenuto tecnologico sono generalmente meno utilizzati e la scelta sembra essere guidata più dalla facilità di accesso che da evidenze, linee guida e protocolli di trattamento. Il sottoutilizzo di farmaci efficaci sembra dipendere soprattutto dalla maggiore fragilità dell’anziano e dalla ridotta disponibilità di studi specifici. I modelli di gestione a lungo termine dell’anziano con scompenso comportano notevoli vantaggi nell’educazione, nel monitoraggio del decorso clinico e dell’adesione alla terapia, nel fornire un supporto emotivo. Numerosi studi hanno rilevato, attraverso l’applicazione di questi modelli, una significativa riduzione delle ospedalizzazioni, un miglioramento della qualità di vita e della capacità funzionale e un contenimento della spesa assistenziale. L’approccio specifico al paziente anziano si deve basare su modelli di valutazione e gestione multidisciplinare, comprensivi di uno studio dello status funzionale e psico-cognitivo e dell’identificazione di eventuali problemi socioambientali al fine di programmare interventi assistenziali continuativi e mirati.