La cardiomiopatia ipertrofica è una malattia autosomica dominante, caratterizzata da ipertrofia asimmetrica del ventricolo sinistro, disorganizzazione spaziale dei cardiomiociti, fibrosi interstiziale e malattia dei piccoli vasi. Sono state identificate più di 100 mutazioni a carico di 10 geni codificanti per proteine sarcomeriche. Mentre l’eziologia della malattia è relativamente conosciuta, la sua patogenesi non è stata ancora sufficientemente delucidata. La proteina mutata viene inglobata nel sarcomero, interferendo con la sua funzione; ne deriva, come risposta compensatoria, il rilascio locale di fattori trofici che influenzano lo sviluppo delle tipiche alterazioni morfologiche della malattia. Oltre al gene responsabile, anche fattori ambientali e locali, nonché geni modificatori sono coinvolti nello sviluppo del fenotipo.
La fibrosi miocardica è una caratteristica morfologica della cardiomiopatia ipertrofica che, aumentando la rigidità di camera, causa disfunzione diastolica. Studi in animali transgenici con cardiomiopatia ipertrofica enfatizzano il ruolo della fibrosi interstiziale. Recentemente, il nostro gruppo ha dimostrato che nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica il turnover del collagene stimato mediante marker sierici è più attivo rispetto ai soggetti normali e che i pazienti con disfunzione diastolica passiva tendono ad accumulare collagene I. Tali studi sono rilevanti poiché offrono la possibilità di monitorizzare gli effetti di un’eventuale terapia con farmaci cardioriparatori.