L’ischemia cerebrale ha, nel 30% dei casi, una genesi cardioembolica. L’ecocardiografia è la metodica di scelta per l’identificazione delle possibili fonti emboligene, soprattutto da quando è stata introdotta la metodica transesofagea. Varie sono le possibili fonti di embolia cardiogena ed accanto a sorgenti riconosciute, quali la presenza di trombi o di tumori intracardiaci, sono state descritte patologie il cui legame con le forme ischemiche cerebrali non risulta ben definito. Ruolo dell’ecocardiografia, nei pazienti con ischemia cerebrale, è di chiarire se vi sia una sorgente embolica cardiaca, ma va considerato che l’obiettivo clinico è di impostare una terapia a profilassi delle recidive ed eventualmente di monitorare i risultati a distanza dei provvedimenti terapeutici intrapresi. Vari lavori indicano che l’utilizzo estensivo dell’ecocardiografia in questo ambito clinico non sia razionale e “cost-effective”. L’utilizzo dovrebbe mirare a consentire una gestione adeguata del paziente soprattutto in termini di indirizzo terapeutico. Scopo di questo lavoro è di puntualizzare le potenziali applicazioni dell’ecocardiografia nei pazienti con eventi ischemici cerebrali acuti e di proporre una flow-chart di applicazione.