La precoce occlusione di un graft nell’immediato postoperatorio non è un evento infrequente ed è gravato da un’elevata mortalità e morbidità. La possibilità di offrire una pronta ed efficace soluzione, diversa da quella chirurgica, rappresenta un’importante conquista medica.
Una donna di 65 anni è stata sottoposta ad intervento di rivascolarizzazione miocardica con confezionamento di tre graft: arteria mammaria interna sinistra su arteria discendente anteriore, vena grande safena su arteria coronaria destra e ramo marginale. Ad 1 ora dall’intervento, la paziente ha sviluppato una progressiva ipotensione arteriosa fino ad un quadro di shock con comparsa di onda di lesione in sede antero-laterale. Alla valutazione angiografica l’arteria mammaria risultò occlusa nel suo terzo prossimale. È stata quindi eseguita angioplastica primaria su tale vaso e sull’arteria discendente anteriore.
Il controllo angiografico finale evidenziava una buona pervietà dell’arteria mammaria e di tutta l’arteria coronaria discendente anteriore. Le condizioni emodinamiche della paziente migliorarono rapidamente con ripristino di adeguati valori pressori.
In conclusione, l’angioplastica primaria si è dimostrata un intervento eseguibile nell’immediato postoperatorio con buona sicurezza ed ottimi risultati; essa potrebbe rappresentare una valida alternativa al reintervento chirurgico gravato da un’elevata mortalità e morbidità.