Razionale. Il rapporto tra flusso venoso polmonare e gli indici di stasi atriale nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) non valvolare non è stato ancora ben definito. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare se in pazienti con FA non valvolare il flusso nelle vene polmonari abbia una relazione con la presenza di ecocontrasto spontaneo (SEC) in atrio sinistro ed essere quindi utilizzato come indice di stasi atriale.
Materiali e metodi. Abbiamo studiato 109 pazienti con FA non valvolare (65 maschi, 44 femmine, età media 66 ± 9 anni) mediante ecocardiogramma transtoracico e transesofageo. Con la prima metodica abbiamo misurato il diametro telediastolico, telesistolico, la frazione di accorciamento, la massa del ventricolo sinistro e il volume atriale sinistro; con la seconda, la presenza di trombi e SEC in atrio sinistro, il flusso venoso polmonare (picco sistolico, picco diastolico, i loro integrali e il rapporto tra picco sistolico e diastolico-pS/pD). Tra i dati anamnestici abbiamo preso in considerazione la durata della FA non valvolare, gli eventi embolici occorsi nei 15 giorni prima dell’indagine ecocardiografica e la storia di ipertensione arteriosa.
Risultati. Il SEC in atrio sinistro è risultato significativamente correlato alle variazioni del volume atriale sinistro indicizzato per la superficie corporea (p < 0.001), alle variazioni del rapporto pS/pD (p < 0.001), alla presenza di trombi in atrio-auricola sinistra < 0.001) ed agli eventi tromboembolici (p = 0.002). Ad un’analisi multivariata il rapporto pS/pD è risultato indipendentemente correlato al volume atriale sinistro, all’età e alla frazione di accorciamento del ventricolo sinistro (r2 = 0.29, p < 0.001). La sensibilità e specificità del rapporto pS/pD nell’identificare il SEC severo era rispettivamente del 73.9 e del 62.5%.
Conclusioni. Esiste una correlazione significativa tra il flusso nelle vene polmonari (in particolare il rapporto pS/pD) e la presenza di SEC in atrio sinistro che rende tale parametro utile nello studio della stasi atriale. Ciò fa sperare che in un prossimo futuro il rapporto pS/pD possa avere un ruolo nel definire il rischio cardioembolico legato alla FA non valvolare.