Razionale. Abbiamo valutato l’appropriatezza della prescrizione dei test da sforzo eseguiti in pazienti ambulatoriali in 4 settimane in 21 centri cardiologici di Toscana e Umbria.
Materiali e metodi. Sono stati analizzati i seguenti parametri: l’appropriatezza della prescrizione (secondo le linee guida della Federazione Italiana di Cardiologia), il medico prescrivente (cardiologo vs non cardiologo), la diagnosi sintetica (normale vs patologico) e l’utilità clinica dell’esame (utile vs non utile).
Risultati. Sono state valutate 1158 richieste (popolazione: 822 maschi, 336 femmine, età media 60 anni, range 16-82 anni). Le richieste sono risultate di classe I (appropriate) nel 38.9%, di classe II (di dubbia appropriatezza) nel 52.5% e di classe III (inappropriate) nell’8.6% dei casi. L’esame era patologico nel 14.2% dei casi e, in particolare, nel 35.5% degli esami di classe I, nel 26.6% degli esami di classe II e nel 23% degli esami di classe III (p < 0.05). L’esame era utile nel 51.6% dei casi e, in particolare, nel 62.4% degli esami di classe I, nel 50.2% degli esami di classe II e nel 13% degli esami di classe III (p < 0.05). I cardiologi hanno richiesto 596/1158 esami (51.5%); le loro richieste erano di classe I nel 45.6%, di classe II nel 49.7% e di classe III nel 4.7% dei casi vs il 31.7, 55.5 e 12.8% delle rispettive richieste dei non cardiologi (p < 0.05). I test prescritti dai cardiologi erano patologici nel 35.7% dei casi rispetto al 23.5% dei non cardiologi (odds ratio 1.81, intervallo di confidenza 95% 1.4-2.34; p < 0.05), utili nel 64.4% dei casi rispetto al 38.2% dei non cardiologi (odds ratio 2.92, intervallo di confidenza 95% 2.3-3.71; p < 0.05).
Conclusioni. In Toscana oltre la metà dei test da sforzo è prescritta inappropriatamente; gli esami appropriati risultano più frequentemente patologici e clinicamente utili; gli esami prescritti dai cardiologi risultano significativamente più appropriati, patologici ed utili.