Recenti studi forniscono una chiara evidenza di come lo stress psicologico agisca significativamente nella patogenesi della morte improvvisa. Lo stress psicologico può essere definito come uno stato di squilibrio derivato da una reale o percepita disparità tra le richieste dell’ambiente circostante e la personale capacità di sostenere tali richieste. Specifici parametri psicosociali contribuiscono ad attuarlo: personalità e tratti caratteriali, ansia e depressione, isolamento sociale ed eventi avversi della vita, acuti o cronici. In particolare, è stato documentato come un evento improvviso di straordinaria gravità, un terremoto o l’inizio di un evento bellico, possa significativamente aumentare l’incidenza di morte improvvisa. Tali elementi, tuttavia, se da un lato, qualora presenti, possono esacerbare una situazione di disagio, dall’altro, in caso di loro assenza, possono bilanciare una situazione parzialmente sfavorevole; questo panorama suggerisce una situazione multifattoriale in cui siano presenti tutti o quasi i vari elementi psicologici, con un peso relativo differente in individui diversi.
La morte improvvisa si verifica quando una perturbazione transitoria (un’ischemia miocardica acuta, un’attivazione piastrinica od un’alterazione ionica) si sovrappone ad un substrato miocardico alterato (una cicatrice postnecrotica od un miocardio ipertrofico), con il risultato di innescare un’aritmia maligna irreversibile. Lo stress psicologico agisce su entrambi i livelli: attraverso un’azione che potremmo definire “cronica” contribuisce alla formazione del substrato miocardico alterato, mentre con un’azione “acuta” può determinare la perturbazione transitoria che precipita la morte improvvisa. Nel primo caso sono riconoscibili due possibili meccanismi: il primo consiste in un’azione diretta tramite diversi fattori psicofisiologici che contribuiscono all’instaurarsi di un’ipertensione arteriosa od un’aterosclerosi, derivata da una disfunzione endoteliale; il secondo è rappresentato da un effetto mediato dall’alterazione delle abitudini o dei comportamenti (fumo, obesità, alcolismo e ridotta precisione nel seguire le prescrizioni terapeutiche). In caso di stress psicologici acuti i meccanismi coinvolti consistono principalmente nell’innesco di un’ischemia miocardica acuta, prevalentemente tramite vasocostrizione coronarica, nella facilitazione diretta dell’aritmogenesi e nello squilibrio della bilancia emostatica. Occorre infine ricordare come in alcuni individui si verifichi un’iperresponsività del sistema nervoso simpatico agli stimoli psicologici, manifestantesi in un’esagerata risposta in frequenza cardiaca ed in pressione arteriosa, con un accelerato sviluppo dell’aterosclerosi.