Lo studio sui geni di suscettibilità all’infarto è cominciato in modo sostanziale negli ultimi due decenni. In questo tempo attenzione e sforzi si sono concentrati in principal modo verso l’identificazione e la valutazione dei geni implicati in quei sistemi ed in quelle vie già precedentemente sospettati di un coinvolgimento nella patogenesi della cardiopatia ischemica quali, ad esempio, il metabolismo lipidico, i sistemi della coagulazione e fibrinolitico, i recettori di membrana piastrinici, i livelli di omocisteina circolante e il tono vascolare. Pertanto, l’identificazione delle concause genetiche dell’infarto miocardico si è basata finora su di un approccio “gene candidato”, e su studi di associazione con disegno per lo più caso-controllo, che hanno condotto a risultati spesso contraddittori e generalmente difficili da confrontare. In questa rassegna si tenta di fare il punto sullo stato dell’arte nella ricerca su alcuni principali geni candidati per la cardiopatia ischemica, mettendo in luce forze e debolezze del metodo.