Il successo terapeutico dell’aterosclerosi e l’efficacia della prevenzione della malattia cardiovascolare si affidano ad una strategia integrata. Nuovi algoritmi sviluppati da studi di larghi strati della popolazione hanno migliorato la valutazione del rischio per il singolo individuo e, di conseguenza, l’approccio terapeutico può essere meglio adattato alle esigenze specifiche del paziente.
Miglioramenti nelle tecniche di indagine non invasiva, come l’ultrasonografia B-mode e la risonanza magnetica, permettono oggi il monitoraggio preciso e riproducibile dell’evoluzione delle lesioni cardiovascolari, facilmente applicabili ad ampi segmenti di popolazione.
Studi in corso sulla relazione tra markers solubili dell’aterosclerosi e l’incidenza di eventi cardiovascolari miglioreranno la valutazione di rischio incombente.
Infine, la presenza in vivo di effetti pleiotropici delle statine (e forse anche dei fibrati) riconfermano il valore aggiunto di questa classe di sostanze nella terapia delle dislipidemie e nella prevenzione degli eventi cardiovascolari.
In prospettiva, quindi, si ritiene che l’integrazione di questi approcci possa avere un effetto desiderabile sul miglioramento qualitativo della longevità dell’uomo.